Sono appena andati in onda su Rai 1 i primi due episodi dell’attesissima serie evento Rai Leonardo, prodotta da Lux Vide e Sony Pictures Television in collaborazione con Rai Fiction, Big Light Productions, in associazione con France Télévision, RTVE e Alfresco Pictures, distribuita da Sony Pictures Television. Eccezionali gli ascolti, con poco più di 7 milioni di telespettatori per questa prima serata.
Leonardo, unanimemente ritenuto il più grande genio nella storia umana, è interpretato da Aidan Turner, noto al grande pubblico per Lo Hobbit. A lui il compito di rappresentare quella personalità complessa ed enigmatica che rimane ancora oggi un segreto avvincente. Nel cast anche la lanciatissima Matilda de Angelis che, dopo lavorato alla serie internazionale The Undoing, interpreta la presunta musa di Leonardo, Caterina da Cremona. Giancarlo Giannini è Andrea del Verrocchio, il maestro del giovane Leonardo mentre il Good Doctor Freddie Highmore, veste i panni di Stefano Giraldi, giovane investigatore incaricato di risolvere il mistero al centro della storia.
1503; Leonardo è oramai anziano e vive a Milano da molti anni. Oramai già noto per il suo genio universale, il nativo di Vinci viene accusato dell’omicidio di una certa Caterina da Cremona. In carcere viene interrogato da Stefano Giraldi, ambizioso investigatore del Podestà di Milano, a cui inizia a raccontare la sua vita, partendo dal primo incontro con Caterina da Cremona nella bottega del Maestro Andrea Verrocchio. Ha inizio così un lungo flashback che esplora tutta la leggendaria esistenza del genio toscano. Leonardo nasconde un’anima frastagliata che si scontra con la difficoltà di permeare la sua arte veritiera. I successi di Leonardo vengono riconosciuti e la sua reputazione cresce, trovando un alleato inatteso nel padre che lo aveva allontanato da piccolo. Leonardo, riceve sostegno attraverso nuove commissioni (il Ritratto di Ginevra de Benci e L’Adorazione dei Magi), ma ben presto paga il prezzo delle sue azioni.
Vi presentiamo l’opinione di uno storico di professione sui primi due capitoli della serie Rai Leonardo. La serie é composta da otto episodi (quattro serate)- girati interamente in inglese- e i prossimi episodi 3 e 4 andranno in onda martedì prossimo, sempre su Rai 1.
IL COMMENTO
Dopo il successo della saga de I Medici, con Leonardo, Lux Vide e Rai Fiction si sono subito buttate a capofitto su un’altra figura iconica della nostra ricchissima storia nazionale. A cinquecento anni dalla sua morte, l’occasione era davvero perfetta in quanto, per quanto paradossale, il nativo di Anchiano non è stato infatti quasi mai preso in considerazione come protagonista di film o serie tv ma, piuttosto, come co-protagonista o come personaggio secondario in altre produzioni storiche. L’unica eccezione è rappresentata dal mediocre Da Vinci’s Demons di qualche anno fa, una scadente produzione a metà tra storia e fantasy, cancellata dopo 3 stagioni.
Sin dalle prime scene di Leonardo, gli spettatori de I Medici potrebbero ritrovare alcune similitudini con la serie dedicata a Lorenzo il Magnifico. Non parliamo unicamente di verisimiglianze storiche (il periodo, i luoghi e i protagonisti della narrazione sono analoghi), ma anche e soprattutto di scelte della produzione. Leonardo é stata infatti creata da Frank Spotnitz e Steve Thompson, già showrunner de I Medici e lo stile di Spotnitz è chiaro fin dalle primissime scene: i costumi, i dialoghi, il tipo di inquadrature. Si vede, insomma, un grosso filo conduttore.
Ma nonostante questo indubbio fil rouge rinascimentale, già dai primi episodi emergono due importantissime differenze tra Leonardo e I Medici. La prima consiste nella diversità delle ambientazioni: magnifiche, molto realistiche e all’aperto, quelle de I Medici, molto più mediocri e piene zeppe di computer grafiche quelle di Leonardo, che sono state realizzate principalmente in un grosso set creato appositamente a Formello, vicino Roma. La differenza è palpabile e non ci aspettiamo grandi cambiamenti nelle prossime settimane.
Altro aspetto che differisce moltissimo rispetto alla consorella I Medici, è quello legato alla trama. Leonardo infatti non è esattamente una serie storica, ma piuttosto una serie che segue pedissequamente la vita di un importantissimo personaggio storico, Leonardo Da Vinci. Sembra una mera distinzione semantica, ma in realtà c’è una differenza enorme. In Leonardo il contesto storico è piuttosto trascurato e alcuni personaggi chiave nella sua vita e nella storia del Rinascimento, vengono totalmente omessi.
Su tutti, proprio Lorenzo il Magnifico, assoluto mecenate dell’ultimo periodo fiorentino di Leonardo, non viene neanche nominato. La spiegazione è semplice: la Rai ha appena prodotto un’intera serie su Lorenzo e non voleva mescolare le carte. Il problema è che questo periodo storico e la vita dei suoi personaggi sono così intersecati e intrecciati, che se non si mescolano le carte, si capisce poco. Speriamo vada meglio nei prossimi episodi, quando Leonardo approderà a Milano, alla corte di Ludovico il Moro Sforza.
La parte artistica e autobiografica va meglio. È infatti da apprezzare lo sforzo degli autori di delineare in maniera credibile e non esagerata la complessa personalità del genio toscano, mai veramente carpita dalle fonti e piuttosto dedotta e decifrata tramite le sue opere. Ne esce un Leonardo tormentato, sempre alla ricerca della sua natura, come probabilmente l’artista era davvero. Molto ben descritta, a nostro giudizio, la vena artistica e creativa di Leonardo, che poneva moltissima enfasi sul realismo della pittura, sul racconto del verso e sullo studio dei fenomeni naturali come ispirazione delle sue creazioni sia in campo artistico che tecnologico.
Dove invece gli sceneggiatori sono andato piuttosto oltre, è nella vicenda di Caterina da Cremona, interpretata dalla bravissima Matilda De Angelis. Caterina non è mai esistita, si tratta infatti di un personaggio fittizio inventato a partire da alcuni bozzetti del Maestro, che ritraevano una donna. Nulla in contrario all’invenzione di un personaggio storico che possa rappresentare un idealtipo, una sorta di fonte storica vivente che aiuti lo spettatore a capire lo spirito dell’epoca, anzi. Il problema è che questa storia dell’amicizia tra l’emancipata Caterina e il moderno Leonardo, entrambi scevri da qualsiasi convenzione sociale in materia sessuale, è troppo esagerata.
In quasi due ore, metà delle scene sono occupate da Leonardo e questa Caterina che, a tratti, trasformano la serie in una sorta di neo romanzo rosa a cavallo tra amicizia uomo-donna, omosessualità e quant’altro. Un po’ troppo per il Rinascimento. Soprattutto, un po’ troppo presunto. Capiamo perfettamente i famosi scopi drammatici, ma sulla vita e le opere di Leonardo c’è così tanto da dire che ci auguriamo di non dover vedere solo i monologhi tra lui e Caterina per altri 6 episodi.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
per me questo Leonardo è molto più simile a un cow-boy di spaghetti-western che al grande Genio del Rinascimento. Sceneggiatura penosa: non si capisce in che epoca si svolge, visto che ogni riferimento storico è assente: l’ambiguità del personaggio urta disastrosamente con l’aspetto macho dell’interprete; la figura di Caterina, ben delineata anche se con troppa indulgenza dal critico, non sta in piedi nè come personaggio nè come attrice, sulla cui bellezza/bravura proprio non concordo. Molto ben girata e realistica solo la scena col prostituto: probabilmente un astuto espediente per assicurarsi il sostegno della comunità gay. Dimenticavo Giannini, unica presenza di rilievo: però il suo Verrocchio, che avrebbe dovuto avere solo una quindicina d’anni più di Leonardo, è più una macchietta che un maestro. Non mi esprimo sui risvolti tecnici pittorici, date le mie insufficienti conoscenze in materia: ma qualcosa mi dice che siano credibili quanto le scene in sala operatoria della serie Dr. House. Concludo: i più vecchi ricorderanno la serie tv con Philippe Leroy, quella con la bellissima sigla cantata da Ornella Vanoni su testo di Leonardo…..
Mi fa piacere che non sono il sono ad avere questa impressione.
E’ una Soap Opera.
e come tale va valutata.
da dimenticare,cercare altrove per conoscere Leonardo