L’Impero Ottomano, la recensione del documentario Netflix
Dopo la fortunata serie Impero Romano: Potere e Sangue, arrivata alla terza stagione, Netflix tenta di nuovo la fortuna con L’Impero Ottomano, miniserie che racconta la conquista di Costantinopoli da parte del Sultano Ottomano Mehmed II.
LA TRAMA: 1453 – Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente, resiste da oltre un millennio ai continui assedi da parte di svariati invasori. Negli ultimi 150 anni i Turchi Ottomani, una popolazione guerriera proveniente dall’Asia, ha tentato di prendere la città per 23 volte, fallendo. Ora un giovanissimo Sovrano, Mehmed II, tenta di riscrivere il corso della storia.
LA SERIE: Impero Ottomano è una produzione Netflix, che però ha saggiamente deciso di avvalersi in maniera massiccia delle forze sul campo, i turchi! Infatti la regia di Emre Sahin e la grande maggioranza degli attori, incluso il giovane e talentuoso Cem Yigit Uzumoglu nei panni del sultano Mehmet, sono turchi, non i classici anglo-americani. Una scelta che premia e regala un tocco di autenticità all’intera narrazione.
Narrazione che segue uno schema pressoché identico a quello di Impero Romano: si tratta della collaudata ricetta del Docu Drama, che prevede un mix tra il documentario classico, con tanto di commenti da parte degli Storici e una vera e propria Serie TV con attori che recitano. La voce narrante in lingua originale è quella del grande Charles Dance.
Una novità importante di questa miniserie è rappresentata dall’oggetto della trama, la Conquista di Costantinopoli del 1453. Si tratta di un evento storico di portata incalcolabile che, per varie ragioni, è stato quasi del tutto ignorato dal piccolo e dal grande schermo. Nessuno si è mai occupato di questa fondamentale cesura della storia moderna, paragonabile per importanza alla scoperta delle Americhe.
Impero Ottomano rimedia a questo vuoto alla grandissima, tirando fuori una docu serie con i contro fiocchi, che terrà lo spettatore incollato al televisore dall’inizio alla fine. Un viaggio di circa sei ore che sa mixare in maniera mirabile il rigore storico, l’azione e le emozioni.
L’assedio di Costantinopoli è descritto passo passo, come se fosse un’antica cronaca, con un rigore storico molto più alto della media ma, per evitare la noia dei più, questo ritmo è spesso spezzato dal focus su alcuni dei protagonisti di quel momento. Non si tratta però solo del Sultano Mehmet II o dell’Imperatore Costantino XI.
La produzione ha infatti saggiamente deciso di analizzare anche personaggi meno noti al grande pubblico ma estremamente interessanti, come il capitano di ventura genovese Giovanni Giustiniani Longo, o la principessa serba Mara Brankovic. Peccato solo per quella che, in certi tratti, è una personalizzazione un po’ eccessiva della Storia a discapito della visione generale. Si tratta in ogni caso di un peccato veniale, se paragonato alle derive di altri prodotti contemporanei, tipo il vomitevole Britannia.
Il comparto tecnico e scenografico di questa serie è superiore alla media. Di un altro pianeta, se prendiamo Impero Romano: Potere e Sangue, come termine di paragone. Le battaglie sono molto convincenti e la computer grafica è di alto livello. In particolare l’utilizzo delle mappe tattiche che spiegano lo schieramento delle truppe e delle flotte rappresenta una vera chicca.
Anche il sonoro è di ottima qualità ed aiuta lo spettatore ad immergersi nelle vicende umane dei protagonisti. Peccato solo per una sigla iniziale piuttosto scialba, incolore, neanche lontanamente paragonabile a quella, bellissima, che è stata creata per Impero Romano: Potere e Sangue.
Un piccolo difetto che non intacca minimamente uno dei migliori documentari storici degli ultimi anni, obbligatorio per gli appassionati, consigliato anche ai neofiti che vogliono sapere qualcosa in più riguardo questa fondamentale cesura storica.
Date una lettura anche alle nostre recensioni su Impero Romano: Potere e Sangue visitando questo link.
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