Marianne, la recensione della serie tv horror su Netflix
Marianne è il titolo della serie tv horror distribuita in questi giorni attraverso la piattaforma Netflix. Questa è la nostra recensione.
La serie tv è stata creata da Samuel Bodin e Quoc Dang Tran. Nel cast spazio per giovani stelle francesi quali Victoire Du Bois, Lucie Boujenah e Ralph Amoussou. La produzione è ovviamente di chiaro stampo francese, con Empreinte Digitale e Federation Entertainment impegnate in prima fila. Netflix ha acquisito i diritti di distribuzione internazionale.
Una giovane scrittrice ha avuto successo grazie ad una serie di romanzi incentrati su una presenza maligna che infesta un piccolo paesino francese. Quando annuncia ai suoi lettori di aver scelto di chiudere il suo lungo sodalizio con questa storia letteraria, però succede qualcosa di inaspettato. Il male descritto nei suoi libri sembra avere radici nel suo passato, e per riuscire a trovare pace la scrittrice deve scegliere di tornare nel suo paesino di origine, e riavvolgere il nastro della propria vita. Scoprirà che il male è ancora lì ad attenderla.
Nello sconfinato universo di storie dell’orrore trite e ritrite da Hollywood, quella descritta con Marianne si presenta come una piccola boccata di aria fresca. Gli showrunner (Bodin e Dang Tran) puntano su un target episodico fresco e originale, 8 episodi dalla durata inferiore ad un’ora che scivolano via velocemente, e senza inutili patemi narrativi da offrire agli spettatori. La narrazione è dinamica, con un ritmo incessante. Essa infatti punta su un’inizio penetrante, ed una parte centrale dove ci si prepara all’inevitabile finale non privo di colpi di scena, il tutto condito da momenti di vero spavento, ed altri quasi ilarici, a nostro avviso atti a spezzare la tensione emotiva, spesso scossa dal decorrere de terrificanti eventi.
Gli effetti visivi sono di buona fattura, anche se in alcuni casi legati a quello che possiamo tranquillamente chiamare “vecchio stile horror”. La paura non passa esclusivamente per il digitale, e questo è un pregio importante per una produzione che punta senza dubbio ad un pubblico giovane, strizzando però l’occhio anche verso chi non è più di primo pelo.
I protagonisti della serie, tutti rigorosamente di origine francese, riescono in parte a non far rimpiangere i colleghi hollywoodiani. Particolare attenzione va data alla prova di Victoire Du Bois (Emma), una giovanissima attrice già apprezzata in Chiamami col tuo Nome. Per lei una prova è intensa, e piena di energia.
Per Netflix l’acquisizione di Marianne è quello che possiamo definire un investimento riuscito sotto tutti gli aspetti (a parte quello economico visto che non è dato sapere i numeri ufficiali di ascolto). Il finale di stagione potrebbe spingere lo spettatore a pensare ad una seconda stagione, ma se nel caso questa non fosse realizzata, non ci sarebbe da rimanere con l’amaro in bocca, e questo perchè la storia narrata potrebbe tranquillamente essere considerata auto-conclusiva anche solo così.
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