tre manifesti recensione

Martin McDonagh difende Tre manifesti a Ebbing, Missouri dopo le polemiche

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è uno dei film più apprezzati di questa stagione cinematografica e grande favorito ai prossimi Oscar. Ma il film si è anche attirato alcune polemiche a causa di alcuni personaggi in esso rappresentati, a cominciare da quello interpretato da Sam Rockwell.

Alle polemiche, che accusano il regista di aver fatto empatizzare il pubblico con il personaggio razzista e sessista interpretato da Rockwell, ha risposto proprio Martin McDonagh sceso in difesa del suo film:

Le polemiche sono prevalentemente causate dall’idea che il personaggio di Sam Rockwell, che è un coglione razzista e bigotto, in un certo senso sia forse redento. Non credo affatto che lo sia, inizialmente lo vediamo come un idiota razzista. Alla fine è più o meno lo stesso ma ha capito che deve cambiare… C’è lo spazio per un cambiamento e ha, in qualche modo, capito il modo errato con cui si comporta, ma in nessun modo deve essere considerato l’eroe redento della storia“.

Senza dilungarci troppo nella trama del film, il personaggio di Dixon vive una sorta di percorso di formazione all’interno della narrazione, ma come ha – giustamente – fatto notare McDonagh è assolutamente escluso che debba considerarsi l’eroe, men che meno redento.

Le polemiche scaturite sono il segno di come una parte del pubblico non abbia compreso il vero significato del film come ben sintetizzato da un’ulteriore dichiarazione di McDonagh:

“…non stiamo realizzando film per spettatori di sei anni, non stiamo facendo The Avengers. Stiamo cercando di realizzare qualcosa un po’ più difficile e su cui riflettere di più“.


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