Masters of the Universe: Revelation – recensione della seconda parte su Netflix
Netflix ha inserito nel catalogo la seconda parte di Masters of the Universe: Revelation, la serie ripropone i personaggi diventati famosi negli anni ’80 del secolo scorso, ma con una nota decisamente più dark. Questa la recensione.
La seconda parte riprende esattamente dove si era chiusa la prima, ovvero con Skeletor che, finalmente in possesso della spada, evoca il potere di Grayskull per ascendere a divinità e divenire, finalmente un Dominatore dell’universo. Con un ultimo alito di vita, la maga riesce a mettere in salvo il principe Adam, Teela, Cringer e Andra. Successivamente Adam rivela che la Spada del Potere è solo un mezzo per richiamare il Potere di Grayskull, ma nell’evocarlo si trasforma in un He-Man primordiale e devastatore.
LA SERIE – REGIA E SCENEGGIATURA
Masters of the Universe: Revelation è il sequel di He-Man e i dominatori dell’universo degli anni ’80 ma ha un taglio decisamente più cupo e che non fa sconti a nessuno. Mentre nell’edizione della Filmation, cara a chi ha passato la quarantina, si percepiva quel senso di vittoria del bene sul male senza che ci fosse mai un evento “mortale”, con il principe Adam che faceva la morale in ogni episodio, con questo nuovo prodotto Powerhouse Animation Studios, lo spettatore deve far i conti sin da subito con atmosfere tetre, senso di sconfitta e morte. I protagonisti sono pressoché disillusi e “segnati” dal potere di Grayskull. Il messaggio che passa è molto più maturo ed i personaggi sono molto più delineati ed approfonditi di quanto ci si potrebbe aspettare da questo nuovo capitolo delle avventure di He-Man.
La casa produttrice è la stessa di Castlevania e, nonostante un tratto vintage dei disegni, abbandona le atmosfere patinate e vuote di quel periodo dando da subito corpo ed anima ad un progetto 2D molto ben fatto. L’ideatore della serie è l’attore e regista Kevin Smith, tra i suoi lavori ricordiamo Clerks e Dogma, due pellicole che hanno lasciato il segno. Masters of the Universe: Revelation è ispirata ai fumetti del regista. Anche qui Smith ci mette del suo e riscrive, partendo dalla base le avventure di He-Man, portando all’interno il proprio tocco creativo. La regia degli episodi, anche per questa seconda parte, è affidata al duo Adam Conarroe e Patrick Stannard che bene hanno fatto già nei primi cinque episodi.
CAST VOCALE E DISEGNI
Il disegno, tanto criticato dai fan prima della pubblicazione della serie su Netflix, è uno dei punti di forza di Masters of the Universe: Revelation. La speranza è che questa scelta 2D possa essere applicata ad altri cartoni animati per un’operazione di revival interessante e che non si viri sempre su una scelta 3D poco accattivante e con un taglio per gli spettatori più piccoli.
Tra i doppiatori originali ci sono tanti nomi importanti, tra i quali Sarah Michelle Gellar, Chris Wood e Lena Headey, ma il nome che spicca e che salta subito all’occhio è quello del cavaliere Jedi più famoso, Luke Skywalker, alias Mark Hamill che presta la voce – magistralmente – a Skeletor. Il doppiaggio italiano è affidato a Fabrizio Mazzotta, voce storica di Krusty il clown, che qui doppia Orko. Maurizio Merluzzo è He-Man e Pasquale Anselmo è Skeletor.
Il finale di Masters of the Universe: Revelation lancia le basi per nuove e future avventure con la speranza di un crossover già a partire dalla prossima stagione.
Masters of the Universe: Revelation
Regista: Kevin Smith
Data di creazione: 2021-12-06 19:54
3.5
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