Meander Film Recensione

Meander: Recensione del film vincitore di Trieste Science+Fiction Festival 2020

Meander è il film vincitore del premio Nocturno alla 20° edizione del Trieste Science+Fiction Festival. Questa la recensione.

In bilico tra thriller e Sci-Fi, il film del regista Mathieu Turi ha come protagonista l’attrice Gaia Weiss, famosa per Vikings e La Révolution. Questa di seguito la trama:

Spaesata ed in mezzo alla strada, Lisa (Gaia Weiss) decide di accettare il passaggio di uno sconosciuto che ben presto si rivelerà essere pericoloso. In breve, la ragazza si ritrova priva di sensi e si risveglierà in un claustrofobico labirinto con un braccialetto luminoso al polso. Il bracciale ha anche un timer che si resetta ogni tot minuti. Cosa sta succedendo? È stata rapita dallo sconosciuto e ora lui si diverte nel procurarle dolore? Perché le sembra di sentire la voce della figlia?

Il regista Mathieu Turi torna al TS+FF, dopo il successo di Hostile, e lo fa da protagonista. La pellicola è interessante ed avvincente. Il regista francese, con cui abbiamo avuto modo di discutere del film, porta sullo schermo la difficile condizione di una madre che deve elaborare il lutto, ed il difficile percorso messo in atto dal rapitore consente alla protagonista di affrontare le proprie paure e gli inevitabili rimpianti derivati dalla perdita. Il viaggio attraverso il labirinto è, quindi, da intendersi come un’introspezione della protagonista alla ricerca di sé stessa.

Decisamente angosciante e claustrofobico, Meander tiene con il fiato sospeso lo spettatore in un crescendo di emozioni e criticità vissute dalla protagonista alla ricerca dell’uscita del labirinto.

Anche se non ci troviamo di fronte ad una novità assoluta in campo cinematografico, di situazioni simili, con protagonisti intrappolati ed in cerca di via di fuga ne abbiamo viste tante, Meander riesce in ogni caso ad essere originale ed innovativo, sia da un punto di vista di storyboard che grazie all’utilizzo di splendidi piani sequenza.

Il film, salvo tre brevi incursioni, ha la particolarità di vedere sullo schermo sempre e soltanto Gaia Weiss che affronta il percorso con risvolti puramente horror. Se da un lato questo potrebbe essere un limite narrativo, dall’altro mette in luce le ottime doti recitative e fisiche dell’attrice, che non fanno rimpiangere la mancanza di ulteriori personaggi. Per le scene più impegnative la Weiss non ha voluto usufruire di una controfigura, salvo fatto in pochissime inquadrature, e le riprese sono state eseguire in ordine cronologico. Ciò ha contribuito a rendere ancora più avvincente e veritiero il risultato finale, in quanto traspare una crescita del personaggio reale e tangibile, così come sono tangibili gli effetti speciali. FX di vecchia scuola, il CGI è infatti lasciato a corollario del lavoro eseguito dai tecnici e dalle inquadrature realizzate dal regista. Basti pensare che per interpretare una creatura priva di un braccio, si è scelto di utilizzare un figurante che effettivamente ne era sprovvisto, dando ancora maggiore risalto alle scene in cui lo stesso cercava di percorrere i tunnel cercando di raggiungere Lisa.

Su suggerimento del regista, invitiamo a guardare il film più di una volta. Il film è infatti cosparso di indizi, i quali daranno una diversa visione della scena finale.

Meander sarà distribuito in Italia tra marzo e luglio del 2021 con l’etichetta Midnight Factory, Covid-19 permettendo.

Classificazione: 3.5 su 5.

Meander: Recensione del film vincitore di Trieste Science+Fiction Festival 2020
meander film recensione

Regista: Mathieu Turi

Valutazione dell'editor
3.5

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