La giornata di oggi si è aperta con la notizia della morte del leader cubano Fidel Castro, avvenuta all’età di 90 anni. Al di là di qualsiasi pensiero politico, in questa sede vogliamo tracciare un profilo dell’uomo quale è stato Castro attraverso il cinema.
Personalità politica e sociale forte, Castro ha attirato l’attenzione da parte di molti cineasti, soprattutto di Oliver Stone che, data la sua propensione a un cinema politico e per certi versi scomodo, ha realizzato ben due documentari con al centro la figura del leader cubano, costituendo una sorta di dittico. I due film in questione sono Comandante (2003) e il seguito Looking for Fidel (2004). In questi due documentari, vediamo il regista americano intervistare il leader maximo su argomenti politici e storici riguardanti Cuba e la rivoluzione compiuta da Castro con Che Guevara, ma toccando anche la sfera privata e personale del politico cubano.
Attraverso queste interviste, ma sarebbe più corretto definirle chiacchierate, emerge il ritratto di un politico che ha scritto la storia del proprio paese (e la storia in generale), ma senza dimenticare le contraddizioni o le ambiguità della persona; in una scena di Looking for Fidel, infatti, il regista riporta a Castro i rapporti di Amnesty International sulla politica castrista.
Insieme a Che Guevara, Castro ha incarnato quella figura politica che da sempre ha affascinato il cinema e che ha funto come fonte di ispirazione per alcuni film sulla rivoluzione cubana, ma anche sulla rivoluzione in generale compiuta dal popolo contro regimi dittatoriali: ne sono esempi anche Soy Cuba (1964) diretto da Michail Kalatozov e il film in due parti firmato da Steven Soderbergh centrato sulla figura di Che Guevara, ma in cui compare anche il personaggio di Castro: Che – L’argentino e Che – Guerriglia (2008).
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