Si è spento ieri all’età di 92 anni Claude Lanzmann, regista di Shoah, il documentario sullo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale diventato un’opera imprescindibile.
Nato a Parigi nel 1925, Lanzmann fu un membro della Resistenza al liceo Blaise Pascal nel 1943. Dopo la guerra, Lanzmann divise la propria carriera tra la rivista Les Temps Moderns e il giornalismo, attività quest’ultima che lo portò a viaggiare e scrivere numerosi reportage.
Nel 1970 realizzò il suo primo documentario, Porquoi Israel, col quale consegnò al mondo un’immagine veritiera di Israele. Quattro anni dopo, Lanzmann iniziò a lavorare su Shoah: il film ebbe una gestazione di 11 anni.
In Shoah, documentario-fiume di nove ore e mezza girato in Polonia, Lanzmann intervistò i sopravvissuti dei campi di sterminio, i Sonderkommando, ex membri delle SS e gente del luogo. Il risultato fu un’opera molto complessa e imprescindibile, sia dal punto di vista storico che cinematografico, che diede vita a una serie di saggi, recensioni e pubblicazioni varie. Il film venne inoltre premiato in numerosi festival e rassegne.
Stimato da Marcel Ophüls, altro grande documentarista figlio del regista Max Ophüls, nel 1988 Lanzmann prese parte al suo Hôtel Terminus che vinse l’Oscar come miglior documentario.
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