Mudbound è un film del 2017 realizzato da Dee Rees, con Carey Mulligan, Jason Clarke e Garrett Hedlund. Questa è la nostra recensione.
Il Film
La storia inizia con l’incontro della giovane Laura Chappell (Carey Mulligan) con Henry McAllan (Jason Clarke) nella primavera del 1939: dopo i primi anni di matrimonio vissuti nella vivace cittadina di Memphis, i due coniugi si trasferiscono in una fatiscente fattoria sul Delta del Mississippi. Qui incontrano la famiglia di coloni Jackson, che da anni lavorano la fangosa terra del fiume, sperando di poter, un giorno, essere uomini liberi.
La Recensione
Il drama movie Mudbound, distribuito dalla piattaforma Netflix, si ispira al romanzo di Hillary Jordan “” (2009). Ambientato nell’America degli anni ’40 e ’50, la pellicola racconta la vita di due famiglie del Mississippi, diverse per il colore della pelle ma uguali perché legati dallo stesso destino: il lavoro della terra e la chiamata alle armi contro un nemico comune.
Lo sfondo della vicenda è la condizione sociale che inequivocabilmente segna e dirige le vite dei protagonisti del racconto. A causa dell’emanazione delle leggi di Jim Crow, istituite alla fine dell’800 e in vigore fino alla metà degli anni ’60 (che furono introdotte da una frase quasi perentoria “separati, ma uguali“) la segregazione razziale non ammetteva la nascita di nessun tipo di legame affettivo tra neri e bianchi.
Il film ci presenta, con un tono quasi cronachistico senza inclinarsi a favore di una causa o dell’altra, la condizione della famiglia medio-borghese McAllan, composta da Pappy McAllan, l’anziano padre misogino e affiliato al gruppo del Ku Klux Klan, interpretato da Jonathan Ray Banks, il figlio Henry con la moglie remissiva Laura Chappell e il fratello minore Jamie McAllan, il più attraente personaggio del film, a cui tuttavia spetterà la decisione più difficile. Sottoposti ai loro ordini c’è la famiglia Jackson: il padre Hap Jackson (diretto da Rob Morgan), la moglie Florence (Mary J. Blige) i tre figli e il quarto maggiore Ronsel (sceneggiato da Jason Mitchell). Un cast misto, con volti più o meno conosciuti nel panorama cinematografico (pensiamo alla coppia Mulligan-Clarke nel film di Buz Lurhmann “The Great Gatsby“) e già sperimentati sul set di famose serie tv (Jonathan Ray Banks in Breaking Bad e Better Call Saul). La pluralità di esperienze e formazioni diverse non rischia di disgregare il racconto, che invece si presenta unito e ben strutturato.
Fulcro della storia è l’amicizia che nascerà tra il giovane Ronsel e il più adulto Jamie, chiamati entrambi, senza fare nessuna distinzione del colore della pelle, a combattere una guerra in difesa del popolo americano. Ma in una società ancora “primitiva” come quella in cui vivono, un bianco e un nero non possono uscire dalla stessa porta di entrata e non possono condividere i loro ricordi e i loro sogni.
Mudbound è un film che invita lo spettatore alla riflessione e la cui realizzazione coincide con un periodo storico in cui forse non abbiamo ancora superato quelle barriere ideologiche imposte 141 anni fa, nel 1876 da Jim Crow.
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