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[Noir in Festival 2018] Recensione di Les Fauves, il film con Lily-Rose Depp

È iniziata la 28esima edizione del Noir in Festival, ed il primo film presentato è stato Les Fauves, noto anche col titolo Savage, diretto da Vincent Mariette.

È estate, in un campeggio alcune persone scompaiono. Una pantera, si dice, si aggiri in zona. Intanto una ragazza del campeggio scopre i primi sentimenti amorosi.

Si potrebbe pensare, all’inizio di essere in zona “Il Bacio della Pantera”, ma non è questo il caso. Il film è un misto di riferimenti: si parte dalle pruderie adolescenziali, si passa allo slasher movie in riva al lago fino ad arrivare a qualcosa di più metafisico.

La regia di Mariette è utilitaristica rispetto alla storia, il suo film precedente è Full Circle del 2014 con la Sagnier. La protagonista, invece, è la figlia di Johnny Depp, da cui ha preso lo sguardo allucinato e la bocca dalla madre, Vanessa Paradis.

Di Les fauves ci piace l’inizio e questa aria un po’ morbosa, poi via via, il film si pasticcia un po’, i piani narrativi si sovrappongono, e il regista non sa dove andare a parare, sprecando una buona occasione.

Lily-Rose Depp l’avevamo già vista in un paio di film di Kevin Smith, ma nonostante ciò non pare tagliata per la recitazione. Peggio sono stati Camille Cotton nel ruolo di una investigatrice un po’ naïf e Laurent Lafitte, già visto in Elle, anche lui un po’ spaesato.

Les fauves meritava un po’ di coraggio ed una sceneggiatura decisamente più solida: peccato!



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