Per Vincent Cassel i doppiatori italiani sono una mafia
Doppiaggio si o doppiaggio no? Da molti anni il dibattito sul doppiaggio nel nostro paese è aperto e vivo; c’è chi lo considera un lavoro magnifico attuato al buio e chi invece lo denigra affermando che cancella le interpretazioni originali degli attori.
Ha detto la sua anche il francese Vincent Cassel che, in Italia per promuovere il suo ultimo film Un momento di follia, ha affermato quanto segue:
“In Italia è complicato vedere un film in lingua originale, perché i doppiatori italiani sono una mafia, aggiungendo inoltre che il doppiaggio esiste anche in Francia, ma i nostri doppiatori non hanno il potere di quelli italiani. Ci sono gli autori, che fanno il cinema, e i doppiatori, che si limitano a doppiare. Quando c’è uno sciopero dei doppiatori, il cinema non si ferma”.
Questa affermazione forte e per niente edulcorata deriva, a detta di Cassel, dalla perdita dell’accento corso utilizzato dal collega Francois Cluzet nel film a causa del doppiaggio italiano. Prontamente è arrivata la replica da parte di Roberto Pedicini, abituale doppiatore di Cassel (tranne in questo caso) che ha affermato:
“posso capire che, da attore, Cassel preferirebbe che venisse usata la sua voce, ma parlare di mafia dei doppiatori mi pare fuori luogo. Non sono i doppiatori a decidere se un film verrà doppiato. Ho doppiato Vincent Cassel nove volte, ma non in quest’ultima pellicola. Lui non è uno di quegli attori che vengono doppiati sempre dalla stessa voce. È stato doppiato da più di dieci voci diverse finora. Il problema è uno solo: in Italia per far vedere un film al pubblico bisogna doppiarlo. Se non fosse doppiato, anche il film di Cassel verrebbe visto da molte persone in meno. Rispetto le sue parole, come ho rispettato quelle di Gabriele Muccino quando ha polemizzato coi doppiatori, ma non sono d’accordo. Non siamo una mafia e non abbiamo tutto questo potere, lo dimostra il fatto che siamo ancora in attesa del rinnovo del contratto”.
Se il dibattito sul doppiaggio ha sempre tenuto banco presso gli addetti ai lavori, queste dichiarazioni non fanno che propagare la fiamma; possiamo concludere dicendo che nel doppiaggio, per forza di cose, alcune sfumature delle versioni originali si perdono, e per questo un film andrebbe visto (anche) in lingua originale. Ma da noi ci sono i migliori doppiatori del mondo che fanno del loro meglio per rendere nel miglior modo possibile le interpretazioni degli attori stranieri e che sono necessari per allargare la fetta di pubblico perché, ora come ora, il pubblico disposto ad andare al cinema a vedere un film in lingua originale sottotitolato è ancora in numero esiguo.
Al pubblico dovrebbe spettare la scelta.
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