Pinocchio è la nuova versione live action del celebre romanzo di Carlo Collodi diretta da Robert Zemeckis con Tom Hanks. Questa la recensione.
Il mite e gentile falegname Geppetto crea un burattino di legno con le fattezze di un bambino a cui dà nome Pinocchio. La Fata Turchina, dopo aver sentito il desiderio che Geppetto ha espresso, dona la vita al burattino garantendogli che, se dovesse dimostrare di essere buono, coraggioso e disinteressato, un giorno potrebbe diventare un bambino vero con l’aiuto del Grillo Parlante divenuto sua coscienza pro tempore.
Dopo essersi reso conto con immensa felicità della magia avvenuta, Geppetto manda Pinocchio a scuola, ma nel percorso il burattino incontra gli ingannevoli Gatto e Volpe che lo convincono a unirsi allo spettacolo di marionette di Mangiafuoco con la promessa di fama e denaro. Rivelatosi in realtà malvagio e senza scrupoli, Pinocchio – benché abbia conosciuto la marionetta Sabina manovrata dalla gentile Fabiana, assistente di Mangiafuoco – riesce a scappare con l’aiuto del Grillo Parlante.
Sulla strada di casa, però, incappa in Postiglione che sta racimolando ragazzi svogliati per condurli al Paese dei Balocchi dove regna il divertimento più sfrenato. Fatta amicizia con Lucignolo, nel Paese dei Balocchi Pinocchio scoprirà la crudele verità del posto e, prima di tramutarsi in asino, torna a casa da suo padre il quale, però, non vedendolo tornare e venuto a sapere dove si è recato, è nel frattempo andato alla sua ricerca. Ricongiuntisi in mare, i due dovranno scontrarsi con un temibile mostro marino: riuscirà Pinocchio a dimostrare di essere degno di diventare un bambino in carne e ossa?
Con il già citato Tom Hanks, nel cast anche Benjiamin Evan Ainsworth, Joseph Gordon-Levitt, Cynthia Erivo, Luke Evans e Giuseppe Battiston. Il film (qui il trailer) è da ieri disponibile su Disney+.
LA RECENSIONE
Dopo aver ereditato la regia del progetto da Paul King (già regista dei due Paddington), Robert Zemeckis torna a lavorare per la Disney dopo A Christmas Carol (ri)adattando, più che il romanzo di Collodi, il capolavoro animato del 1940. Con una sceneggiatura scritta a quattro mani con Chris Weitz, il regista premio Oscar crea una versione live action del cartoon con minime e inutili variazioni per aggiornare la nota storia con un gusto e un’attenzione che guardino al mondo contemporaneo.
Ecco che, dunque, la Fata Turchina diventa di colore in ossequio alla multirazzialità – difficile da credere, comunque, in un paesino dell’Italia dell’Ottocento -, Pinocchio e Lucignolo non fumano nel Paese dei Balocchi (come invece avveniva nel film del 1940) e il personaggio del Grillo Parlante diventa più accondiscendente. Tutte scelte che rispecchiano in toto il politically correct che sta imperando a Hollywood. E così ne risulta un film pallido, senza cuore e privo della magia che contraddistingueva il film di Walt Disney, indeciso persino sulla strada da percorrere.
Se l’intenzione di base era infatti quella -filologica- di proporre una versione live action (ma con i burattini interamente realizzati in CGI) del film del ’40 di cui riprende alcune inquadrature e situazioni alla lettera, Zemeckis e Weitz tentano di uscire dai binari noti aggiungendo canzoni (affatto memorabili) e personaggi tra cui, oltre le già citate Sabina e Fabiana, anche il gabbiano Sofia, finendo per risultare solo un ibrido mal riuscito.
Sono il finale sembra voler aggiungere una divagazione non proprio rosea, ma arriva troppo tardi dopo quasi due ore di effetti visivi già visti e un Tom Hanks divertito ma non divertente. Il suo Geppetto, infatti, che crea Pinocchio per sopperire alla perdita del figlio e che si comporta anch’esso come un bambino, perde nettamente il confronto con l’originale.
E in questa indecisione che impera per tutto il film, il personaggio di Pinocchio sembra relegato a mera figurina senza spessore in balìa degli eventi ma senza che lo spettatore riesca a partecipare attivamente alle sue disavventure o, quantomeno, provare empatia o simpatia per lui.
Aleggia su tutta l’operazione la volontà della Disney di celebrare se stessa come sembrano dimostrare gli orologi appesi in casa di Geppetto che compendiano novant’anni di personaggi disneyani, Biancaneve a Toy Story. Ma ce n’era davvero bisogno?
Pinocchio
Regista: Robert Zemeckis
Data di creazione: 2022-09-09 19:44
1.5
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