Pronti a Tutto: Recensione dei primi due episodi
Ogni martedì alle ore 20.55, a partire dall’8 settembre, andrà in onda su National Geographic la nuova serie storica Pronti a Tutto. Questa è la recensione dei primi due episodi.
Gli episodi saranno poi disponibili ondemand sul bouquet Sky. Abbiamo recensito i primi due capitoli di questo prodotto ambientato nell’America Coloniale del XVII secolo.
LA TRAMA: 1695, Nuova Francia (Attuale Quebec). In un Nuovo Mondo conteso tra Francesi e Inglesi due immigrati appena arrivati cercano di farsi strada e di riscattare la loro condizione sociale. In una terra ostile, le avversità sono dietro ogni angolo.
LA SERIE: Non sono poche le serie che, recentemente, si sono occupate del Nuovo Mondo e del cosiddetto “Periodo Coloniale”, con particolare enfasi sul commercio di pelli e la lotta tra le potenze europee. La più famosa in ordine di tempo è Frontiera, con Jason Momoa.
Pur con un budget minore, Pronti a Tutto è sicuramente una serie migliore di quella appena menzionata e bastano i primi due episodi per capirlo. Questo prodotto National Geographic è capace di mettere moltissima carne al fuoco sia dal punto di vista dei contenuti storici che dell’interesse destato dai personaggi.
Il focus più importante e molto innovativo è quello su sulla famosa pratica della servitù a contratto (indentured servants), che prevedeva “l’affitto” di alcuni lavoratori, da parte di un proprietario terriero, per un determinato periodo di tempo. Trascorso questo periodo, i lavoratori erano liberi e venivano loro donate delle terre nel Nuovo Mondo.
Questa è proprio la storia dei due principali protagonisti, Reneè e Charles, interpretati dai semisconosciuti Christian Cooke e James Bloor. Le loro storie, molto interessanti, si uniscono alle vicende di altri personaggi quali la locandiera di questa minuscola città di frontiera, un nativo americano, un agente di una compagnia commerciale, una suora missionaria e altri.
Tutto questo mostra la cura degli sceneggiatori nell’offrire allo spettatore una visione completa e profonda del contesto in cui Pronti a Tutto è ambientata. Ottima anche l’idea di mostrare anche la prospettiva di lungo periodo, narrando le storie dei discendenti di questi primi coloni. Una sorta di espediente alla Vikings che funziona molto bene in chiave narrativa.
Peccato solo per una scenografia che risulta piuttosto al risparmio e per un doppiaggio italiano che non sembra di primissimo livello (non è il doppiaggio delle serie Sky…). Un peccato veniale per una miniserie dalle ambizioni modeste ma dalla resa più che dignitosa.
Non resta che attendere i prossimi episodi di Pronti a Tutto.
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