Raising Dion, recensione della serie supereroistica Netflix
Raising Dion è una serie tv Netflix dal sapore sci-fi/supereroistico, dal 4 ottobre disponibile sulla piattaforma. Questa la nostra recensione.
La serie trae spunto dall’omonimo fumetto di Dennis A. Liu, qui anche in chiave di co-autore della sceneggiatura, insieme a Carol Barbee. La produzione è curata da Outlier Society Productions e MACRO. Dennis A. Liu, Carol Barbee e Michael B. Jordan sono i produttori esecutivi insieme a Charles D. King, Kim Roth, Poppy Hanks, Kenny Goodman e Michael Green.
Come ti comporteresti se fossi un bambino dotato di particolari poteri? Ma soprattutto, cosa farebbe tua madre per salvaguardare te stesso e gli altri da questi poteri? Domande semplici a cui Raising Dion risponde e, diversamente a molte produzione di stampo supereroistico, in modo sufficientemente esauriente.
Lo show, al contrario dell’attuale tendenza, non vira verso ambientazioni dark, ma tende a creare personaggi dal sicuro spirito positivo. Raising Dion è soprattutto la rappresentazione di un dramma familiare: la difficoltà di una madre afroamericana (Alisha Wainwright) nell’allevare e tutelare il proprio figlio in presenza di difficoltà economiche, e nell’assenza di un padre (Michael B. Jordan), morto prematuramente in circostanze misteriose. Il crescere in Dion (Ja’Siah Young) della consapevolezza di avere un grande “dono” e la difficoltà nell’ imparare a saperlo dosare e usare. A tutto questo aggiungiamo forme di bullismo da parte di altri bambini, l’immancabile piaga del razzismo, e la paura e la non accettazione del diverso.
Nonostante le ottime premesse, lo spettacolo pecca di diverse marcate ingenuità, anche se queste vanno considerate “accettabili”, visto e considerato che la serie è indirizzata alle famiglie, e quindi a un pubblico con una fascia di età molto ampia.
Il cast è certamente uno dei suoi punti di forza. Notevole è la prestazione di Alisha Wainwright, l’interprete della madre di Dion, la quale riesce in maniera credibile a coinvolgere lo spettatore nella vasta gamma di scie emozionali che attraversano il suo personaggio. Certamente anche l’interpretazione di Michel B. Jordan merita una menzione. Nonostante il suo personaggio non sia centrale, e relegato a fugaci apparizioni, l’attore riesce a rendere la sua presenza sostanziale e pregnante per tutto il contesto.
In conclusione Raising Dion è uno show ben realizzato, scorrevole nel suo andamento, carino, certamente non spettacolare anche se non mancano, comunque, momenti di pura tensione e colpi di scena, soprattutto nell’inaspettato finale, da considerare come un vero e proprio cliffhanger.
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