6 Palloncini è il film d’esordio della regista e sceneggiatrice Marja-Lewis Ryan, con la partecipazione di Dave Franco e Abbi Jacobson, è disponibile sul catalogo Netfilx. Questa è la nostra recensione.
TRAMA
Katie sta organizzando una festa di compleanno a sorpresa per il suo fidanzato. I preparativi per la serata iniziano la mattina e coinvolgono totalmente la protagonista, gli amici e i parenti, nella speranza che tutto sia perfetto. Tuttavia, si ritroverà a girare per le strade di Los Angeles a causa del fratello, un tossicodipendente e padre di una piccola bambina di pochi anni.
RECENSIONE
Marja-Lewis Ryan, autrice teatrale classe 1985, è nota alla critica cinematografica per aver sceneggiato e preso parte nel film The Four Face Liar, tratto da un suo testo a tema LGBT. Spinta dalla sua formazione teatrale e dall’interesse verso temi sociali, nel suo primo film intitolato 6 Palloncini la registra affronta un’altra tematica, non meno degna di attenzione: ovvero quella della tossicodipendenza.
La storia è narrata dal punto di vista di Katie, interpretata da Abbi Jacobson, giovane scrittrice e attrice americana nota per alcuni piccoli ruoli cinematografici. Lei sembra essere l’unico esponente della famiglia che crede ancora di poter aiutare il fratello Seth (interpretato da Dave Franco, fratello del più famoso James Franco) ad uscire dalla sua tossicodipendenza. Entrambi mettono in scena il forte legame che unisce i fratelli, pronti a darsi una mano anche contro ogni logica. Buona l’interpretazione di Dave Franco, un pò meno quella di Abbi Jacobson.
La vicenda viene quindi affrontata dal punto di vista di coloro che convivono con i tossicodipendenti, che sono costretti a subire le loro azioni nella quotidianità, e che si ritrovano a dover scegliere se occuparsi di loro o di abbandonarli definitivamente.
In 74 minuti di sceneggiato, che copre un arco temporale di 24 ore, la regista ci racconta lo svolgimento della vicenda con una lentezza devastante. L’idea di affrontare un tema così attuale e apparentemente nascosto piace al pubblico che è attratto dai i film indipendenti, che sceglie questa categoria perché spinto dalla ricerca di qualcosa di “alternativo”. Tuttavia il ritmo lento e a tratti forzato, con lunghe pause e fisse inquadrature, non ci aiutano a provare empatia per i due protagonisti.
Un film interessante, con una prospettiva diversa e originale, ma troppo semplice e con una trama che meriterebbe uno sviluppo e un’analisi maggiore.
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