65: Fuga dalla Terra, recensione del thriller con Dinosauri e Adam Driver

Recensione di 65: Fuga Dalla Terra, Il thriller sci-fi con Adam Driver

Abbiamo visto 65: Fuga dalla Terra, il thriller sci-fi prodotto da Sam Raimi, con Adam Driver. Questa è la recensione.

Il film, distribuito da Sony Pictures, è stato scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, già autori della sceneggiatura di A Quiet Place, i quali fungono anche da produttori insieme a Sam Raimi, Deborah Liebling e Zainab Azizi. Nel cast, oltre ad Adam Driver nei panni del pilota Mills e Ariana Greenblatt in quelli della giovanissima Koa, trovano spazio (pochissimo a dire il vero) anche Nika King (Alya) e Chloe Coleman (Nevine), le interpreti rispettivamente della moglie e della figlia di Mills.

La trama di 65: Fuga dalla Terra segue Mills, un abitante del pianeta Somaris che, al fine di guadagnare il denaro necessario per far curare sua figlia Nevine, accetta di pilotare un’astronave per una missione della durata di circa due anni. Purtroppo, durante il viaggio, uno sciame di asteroidi danneggia l’astronave. A causa dei danni subiti il veicolo spaziale precipita su di un pianeta alieno popolato da enormi e feroci rettili. Presto scopriamo che questa terra desolata e primitiva non è altro che il nostro Mondo alla fine del Cretaceo. Mills e Koa, gli unici sopravvissuti all’incidente, devono quindi affrontare una dura lotta per la sopravvivenza lungo un percorso costellato di mortali insidie, per lasciare il pianeta prima che l’asteroide, causa dell’estinzione dei dinosauri, precipiti sulla Terra.

IL COMMENTO

65: Fuga dalla Terra può essere paragonato ad un videogame “sparatutto” dove il giocatore, partendo dal “Via”, deve raggiungere il punto di “Arrivo” attraverso un percorso costellato di insidie e popolato da famelici mostri preistorici. Il resto del film è solo un contorno sfumato. Qui il “Via” è il luogo in cui Mills e Koa si sono schiantati insieme a parte dell’astronave, mentre il punto di “Arrivo” si trova a una distanza di circa 15 km, ed è rappresentato dal luogo in cui il resto del veicolo è precipitato con all’interno una navetta di salvataggio.

Il tessuto narrativo risulta pertanto compresso e imbastito in maniera frettolosa, Ne consegue che il rapporto genitoriale “surrogato” tra Mills e Koa non viene sufficientemente approfondito, il tutto resta estremamente vago e la scelta autoriale di rendere incompatibili linguisticamente i due qui non aiuta.

Il film ha una durata di circa un’ora e mezza e, forse, una manciata in più di minuti avrebbe permesso lo sviluppo di una trama più articolata, con la possibilità di approfondire meglio alcuni momenti, colmare in parte i diversi buchi di sceneggiatura, caratterizzare meglio i personaggi e, soprattutto, costruire con più attenzione i momenti di pura tensione e paura. Comunque, nonostante una sceneggiatura approssimata e una regia non all’altezza, Adam Driver e la sorprendente Ariana Greenblatt in questo contesto si muovono molto bene.

Durante la visione sono molte le sensazioni di Déjà vu che lo spettatore può percepire. Nel film non c’è solo Jurassic Park, A Quiet Place o After Heart, ma anche un po’ di Aliens: Scontro Finale, il secondo capitolo della Saga legata all’essere xenomorfo. Mills e Koa in effetti ci ricordano in qualche modo Ripley e Newt, così come gli inseguimenti e i combattimenti all’interno di un sistema estremamente claustrofobico di cunicoli e caverne ci riportano a quanto già visto nel sequel di James Cameron.

Sorvolando sulla ricostruzione di alcuni animali preistorici, i quali sembrano essere stati immaginati solo per questo film e di cui non abbiamo nessun riscontro paleontologico, 65: Fuga dalla Terra presenta anche grossolani errori temporali, e non solo. Infatti il meteorite che avrebbe causato l’estinzione dei dinosauri è impattato sulla superficie del nostro pianeta circa 66 milioni di anni fa. Inoltre alcuni rettili, qui rappresentati nell’aspetto standard dettato dal franchise “jurassico”, non mostrano penne e piume di cui erano effettivamente dotati.

L’aspetto tecnico di 65: Fuga dalla Terra risulta abbastanza curato, le scene in “Schermo Verde” e il CGI risultano visivamente sufficientemente appaganti, Buona anche la fotografia e, soprattutto, la colonna sonora.

IN CONCLUSIONE

Purtroppo, in 65: Fuga dalla Terra, una storia dalle buone premesse è stata malamente sprecata. La narrazione sin dall’inizio arranca stancamente verso la sua conclusione. Pochi infatti sono i momenti di pura tensione e il film è lungi dal saper intrattenere lo spettatore, mantenendo alta l’attenzione.

65: Fuga dalla Terra
65 fuga dalla terra

Regista: Scott Beck e Bryan Woods

Data di creazione: 2023-04-26 23:41

Valutazione dell'editor
2.5

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