recensione 7 minuti dopo la mezzanotte

[Recensione] Sette Minuti dopo la Mezzanotte, il film di Juan Antonio Bayona

Il regista spagnolo Juan Antonio Bayona torna nelle sale con “7 Minuti dopo la Mezzanotte” (A Monster Calls), una storia commovente e coinvolgente con al centro il dramma di un giovanissimo protagonista e della sua mamma gravemente malata.

Quest’ultimo lavoro di Bayona completa la sua personale trilogia sul rapporto madre-figlio e dalla sua uscita ha conquistato 9 Premi Goya (miglior regia, produttore, fotografia, montaggio, sonoro, colonna sonora, scenografia, trucco e acconciatura, effetti speciali) e é stato premiato come miglior film nel corso dell’ultimo Future Film Festival.

Conor (Lewis Macdougall) é un 12enne costretto a crescere in fretta, deve prendersi cura della mamma (Felicity Jones) malata di cancro e ogni giorno deve sopravvivere ai colpi dei bulli che aspettano fuori scuola. Prova a modo suo ad affrontare il tutto come meglio crede, ha difficoltà relazionali anche con la nonna materna (Sigourney Weaver) di cui non accetta l’atteggiamento frigido ed estremo pur esser tornata unicamente per aiutare figlia e nipote. É difficoltoso per Conor tenere a bada il suo tormento emotivo finora soffocato e che esplode quando torna a fargli visita il padre (Toby Kebbell) che vive da anni oltreoceano con un’altra famiglia e non nasconde neanche velatamente di non aver posto per lui nella sua nuova vita.

Una notte, un rumore improvviso attira la sua attenzione fuori dalla finestra della camera, una mostruosa creatura alta più di 12 metri (Liam Neeson) prende vita dal tronco del tasso secolare che staziona nel giardino vicino. L’inquietante creatura dà appuntamento al ragazzo ogni notte, 7 minuti dopo la mezzanotte si presenta a lui con l’obiettivo di raccontargli tre storie di un passato che in apparenza non sembrano esser collegate tra loro ma mettono in risalto valori come il coraggio, la speranza, il dolore e la verità, attendendo così che Conor gli racconti la sua storia, la sua versione di verità.

“Quasi tutti vivono felici ed incoerenti”

La sceneggiatura di Patrick Ness (autore del romanzo omonimo, ispirato a un’idea di Siobhan Dowd) si presenta come una storia di formazione adolescenziale dove il giovane protagonista si trova costretto a non darsi cura dell’età anagrafica che porta facendosi carico di responsabilità, superando per quanto sia possibile i pericoli che gli si presentano. Un film sulla solitudine e sulla rielaborazione del lutto, rielaborando il tutto con uno stile fiabesco dai toni dark, dove le punizioni attendono ad arrivare poiché inutili e già il dolore da scontare é lacerante come il lieto fine che sembra non esistere.

Non ci sono personaggi cattivi o buoni, sono tutti sullo stesso piano emotivo, ognuno col proprio carico di sofferenza e di fiducia da dover dosare.

L’interpretazione del giovane Lewis Macdougall – già visto in Pan – é eccezionale, dimostra un carisma scenico degno del collega-mostro Liam Neeson, il suo sguardo rivela la sofferenza che implode nel suo protagonista carico di una sofferenza che non riesce a gestire, logorato nell’essere giovane pur sentendosi carico di responsabilità da affrontare. Mentre Sigourney Weaver regala una forza interiore caratterizzata da una rigidità austera ma allo stesso tempo tenera del suo personaggio, Felicity Jones, nei panni della mamma Lizzie, sprigiona una delicatezza di sentimenti in ogni suo gesto desiderando che il proprio figlio  viva senza che debba esser definito da nessun altro se non da se stesso. L’amore tra madre e figlio trapela in ogni scena, raggiunge la chiave giusta e diventa la cura di cui ognuno ha bisogno.

Il mostro elaborato da Bayona prende spunto da King Kong e dalla reazione tipicamente umano di aver paura di quello che non possono capire ed é  frutto della mente creativa della società DDT, dei vincitori del premio Oscar per “Il labirinto del fauno” Montse Ribé e David Martì. Una spaventosa creatura che risulta in ogni suo gesto reale e tangibile, oltre a dimostrar la presenza di un’anima., nata dopo circa 200 disegni che man mano si avvicinavano a quelli di Jim Kay presenti nel libro. Un complesso lavoro digitale con la supervisione per gli effetti speciali di Pau Costa, che ha vinto un Visual Effects Society Award per “The Impossibile”.

Il nostro parere: 8+

“7 minuti dopo la mezzanotte” si fa carico di un dolore radicato, di cui si prova vergogna risultando la chiave della propria tristezza, che ha bisogno di essere liberata attraverso la rivelazione della verità crudele ma sincera. Conor é solo, ha un disperato bisogno di qualcuno che lo salvi dal dolore, che si occupi di lui, così “crea” quel mostro. Bayona ci regala un film magnetico e sincero senza risparmiarci attimi drammatici ma anche pieni d’amore. 

 

“7 minuti dopo la mezzanotte” di Juan Antonio Bayona uscirà nelle sale italiane dal 18 maggio 2017, distribuito da Leone Film Group in collaborazione con 01 Distribuition.


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