Ieri sera sono andati in onda su Sky Atlantic i primi due episodi dell’attesissima serie storica Britannia. Questa è la nostra recensione.
Prodotta da Sky e Amazon, Britannia racconta la conquista romana dell’Isola ed è scritta dall’apprezzatissimo autore di cinema e teatro, Jez Butterworth. Nel cast troviamo il bravissimo David Morrissey nei panni del generale romano Aulo Plauzio e l’affascinante rossa Kelly Reilly nel ruolo della principessa celta Kerra. Ogni lunedì alle 21.15 verranno trasmessi due nuovi episodi per un totale di nove.
Britannia, come detto, è una serie molto attesa. Sono infatti passati tredici lunghi anni dal capolavoro Rome, ultima grande serie sull’Antica Roma, girata a Cinecittà e acclamata da pubblico e critica, che raccontava le gesta di due legionari al servizio prima di Cesare e poi di Ottaviano Augusto. Bene, leviamoci il dente e chiariamo subito un concetto per tutti coloro, me compreso, che speravano di rivedere una grande serie su Roma.
Britannia NON E’ una serie sui romani o su Roma. Britannia è una serie sui britanni. La trama principale non è costituita dal racconto dei romani, della loro cultura, del loro modo di vedere il mondo e dalle loro modalità di conquista. La trama è rappresentata dalla narrazione della vita, degli gli usi, i costumi e le guerre fratricide tra le varie popolazioni celtiche che abitavano l’isola in quel periodo. I romani sono solo un importante contorno, un attore fondamentale nello scacchiere politico, ma il punto di vista, la narrazione è sempre focalizzata sui celti.
Ora, non che questo sia di per se un difetto. Anche stavolta infatti ho accettato che si è persa l’ennesima occasione di realizzare un prodotto che riesca davvero a restituire la grandezza di una delle più importanti civiltà nella storia dell’umanità. Ma va bene così. Quello che non va bene è l’eccessiva enfasi che si pone sull’aspetto mistico-magico-fantasy. I primi due episodi sono per il 70% costituiti da scene in cui i celti sono alle prese con pitture corporee, frasi incomprensibili, sacrifici, fumate di allucinogeni in gruppo e quant’altro. Io capisco che si voglia dare risalto alla cultura di un popolo dimenticato, ma qui si esagera!
Questo taglio eccessivamente fantasy, che tenta di mescolare la magia di Outlander con gli intrighi politici tra varie fazioni de Il Trono di Spade, è risultato fino ad ora piuttosto pesante. In particolare l’aspetto politico è palesemente copiato da Game of Thrones, che però è un prodotto 100% fantasy e non deve preoccuparsi del rigore storico. Non c’è dubbio che vi fossero grandi rivalità tra le fazioni celtiche, ma qui i dialoghi sono troppo forzati, esagerati. Ad un certo punto pensavo che spuntassero Cersei Lannister Daenerys Targaryen. Come se non bastasse i dialoghi tra i vari nobili celti si svolgono in un incredibile lusso tipo Approdo del Re, tra vestili eleganti, candelabri, edifici in pietra, leggendo pergamene. MA SCHERZIAMO?? I celti vivevano in capanne di legno e avrebbero conosciuto la scrittura secoli dopo.
E a proposito del rigore storico, vorrei sapere una cosa. Dove diavolo sono Togodumno e Carataco, i re celtici che per primi attaccano le legioni romane dopo il loro sbarco in Britannia? Si tratta di due personaggi storici fondamentali, i primi a stringere un contatto (poco amichevole), con i Romani. Che fine hanno fatto? E a proposito dei romani (per quel poco che si vedono…) certamente è vero che molti di loro avevano paura dei druidi e dei loro riti misteriosi. Ma addirittura far vedere che il generale di cinque legioni, Aulo Plauzio, da solo si avventura in territorio nemico per andare a conoscere un druido mi sembra un’esagerazione non necessaria.
Peccato, perché per il resto Plauzio, interpretato dallo strepitoso David Morrissey, è uno dei pochi personaggi che mi abbia convinto. Carismatico, con quel cinismo, quel pragmatismo che era tipico di molti comandanti romani, sempre capaci di adattarsi ad ogni situazione e sfruttarla a proprio vantaggio. Le scene con lui, almeno per ora, sono le uniche degne di un certo interesse. I celti invece, sono duri da digerire, inclusi i bellissimi Kerra (Kelly Reilly) e Lindon (Stanley Weber). Non ho neanche la forza di commentare la sub-storia del celtico pazzo che fugge, delirando, con la bambina a cui i romani hanno preso i genitori perché lì siamo veramente alla ninna nanna. Sottotono per adesso anche il bravo Forunato Cerlino nei panni del Legato della II Legione e futuro imperatore, Vespasiano.
Il comparto tecnico scenografico è di alto livello. Belli i paesaggi britannici, con le alte scogliere erbose (la serie è girata metà in Galles metà in Repubblica Ceca). Peccato che per ora, evento unico nella storia dell’Isola, non abbia mai piovuto. Sempre un sole splendente che neanche ad Agrigento. Incredibile. Molto caratterizzate le uniformi dei romani, forse le migliori mai viste in tv. In fine due parole sulla storia più comica di tutte: la sigla iniziale. MA SCHERZIAMO RAGAZZI?? Attendevo con ansia qualche sonorità celtica, qualche musica epica-storica e ci siamo ritrovati con una sigla hippy sessantottina con i colori fucsia e i simboli di peace and love. Ma siete pazzi? Perchè? Che bisogno c’era?
Insomma, per adesso, siamo agli esperimenti, ad alcune idee interessanti sovrastate da lati agghiaccianti. Personalmente mi aspettavo di più, ma è presto per dirlo.
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