Recensione di Coma, il film fantascientifico russo
Abbiamo visto e recensito Coma (Koma), il film di fantascienza russo diretto da Nikita Argunov e scritto dallo stesso Argunov insieme a Timofei Dekin e Aleksey Gravitskiv. Nel cast Rinal Mukhametov, Anton Pampushny, Lyubov Aksyonova, Milos Bikovic, Kostantin Lavronenko, Polina Kuzminskaya, Rostislav Gulbis.
Il film è uscito in Russia, nelle sale dell’Est Europa ed in Germania a cavallo tra il 2019 e l’anno in corso, attualmente disponibile in home video su Amazon, nelle sole lingue russo e tedesco.
La trama. Dopo un misterioso e terribile incidente, un giovane architetto di talento si ritrova in un mondo molto strano, solo in parte simile alla realtà. Questo mondo si basa sulla memoria di persone che si trovano in uno stato di coma profondo.
Il commento. Cominciamo col dire che Coma risulta visivamente appagante, a tal proposito risulta facile accostare la sua estetica a film quali Inception e Dottor Strange. Per quanto riguarda la storia invece, questa si accosta – almeno marginalmente – al primo capitolo della saga Matrix, il film scritto e diretto dalle sorelle Wachowski.
Buona l’idea di base costruita attorno ad un luogo in cui le leggi della fisica non hanno più alcun senso, lo sviluppo di questo “universo distopico” è assai complesso: l’alto e il basso non hanno più nessun motivo di esistere. Qui i ricordi si materializzano, fondendosi tra loro, a volte nitidamente e a volte più rarefatti, capaci di mutare e disgregarsi in un istante. È come essere immersi in un micidiale videogioco in cui possiamo essere dissolti in qualsiasi momento. Le ombre che attentano alle nostre vite sono in realtà i fantasmi creati dalla nostra mente, mostri generati dalla coscienza nel momento in cui sta per abbandonare il proprio corpo fisico minato da un inutile accanimento terapeutico.
Coma scorre forse troppo velocemente, incentrato esageratamente sulla figura del protagonista Viktor, conseguentemente i personaggi di contorno rimangono “sfumati” e caratterialmente solo abbozzati. Qualche minuto in più avrebbe probabilmente giovato allo sviluppo di una storia dalle grandi potenzialità, che qui appare un po’ “compressa”.
La regia è comunque puntuale e disinvolta nell’amalgamare i numerosi ingredienti, oltre ai vari cliché e agli stereotipi già visti in altre produzioni sci fi. Le numerose scene di azione sono ben tagliate e incorniciate da una buona colonna sonora. Il finale, come oramai di prassi, è aperto a eventuali sequel: “pillola rossa o blu… forse blu”.
In conclusione Nikita Argunov è riuscito nel complesso compito di cucire un buon sci-fi movie capace di competere, e non solo visivamente, con altre e più importanti produzioni hollywoodiane, non certo limitate dal budget ridotto utilizzato per la produzione di Coma.
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