Recensione della seconda stagione di The Punisher, lo show Netflix
Dal 18 gennaio Netflix ha rilasciato la seconda stagione di The Punisher, il fortunato show creato da Marvel. Questa è la recensione.
Sviluppata da Steve Lightfoot, la seconda stagione di The Punisher parte dalla voglia di ricominciare di Frank Castle (Jon Bernthal) dopo gli eventi dei primi episodi. La sua tranquillità è però interrotta, ed il suo spirito spirito vendicativo torna a rubare la scena. Nel frattempo l’ex amico Billy Russo (Ben Barnes) ricomincia la sua vita da criminale, tra amnesie e problemi comportamentali. Lo scontro finale è inevitabile.
Il cast della seconda stagione è formato da Jon Bernthal, Ben Barnes, Amber Rose Revah, Jason R. Moore, Floriana Rima e Josh Stewart.
La Recensione
La seconda stagione di The Punisher arriva al grande pubblico in un momento di cambiamento per il colosso dello streaming Netflix. Il quasi scontato “divorzio creativo” da Disney/Marvel ha difatti visto negli ultimi mesi la cancellazione di show di punta come Daredevil, Luke Cage e Iron Fist. Pertanto è lecito pensare che la qualità dei nuovi episodi possa essere macchiata dall’ombra dell’ennesima cancellazione prestabilita. Ma fortunatamente, proprio la qualità non sembra essere in discussione.
A prescindere dall’affetto dei fan per un personaggio così iconico come Frank Castle, l’approdo dei nuovi episodi di The Punisher su Netflix arriva come una risposta più che positiva al colosso dello streaming, un monito a trovare uno spazio futuro per un’ipotetica terza stagione. Ma se il futuro dello show è segnato, non resta che rimanere soddisfatti della qualità complessiva espressa dal lavoro di Lightfoot e company.
Lightfoot confeziona un prodotto maturo, lontano dai canoni familiari legati all’universo cinematografico Marvel, e più in linea con quelli del fumetto originale: il suo The Punisher è difatti cupo, e gode di splendide venature gore, il che non guasta.
I nuovi episodi dello show sono accompagnati da una narrazione lineare, e da un ritmo incessante. Il lavoro svolto sul personaggio dallo showrunner Steve Lightfoot è ancora una volta di ottima fattura, anche se spesso ci si trova dinanzi la volontà dello stesso di osare forse troppo, magari chissà per convincere anche i più scettici sul potenziale di questo show.
I personaggi sono estremamente caratterizzati, sia dal punto di vista della recitazione (un plauso qui va fatto al cast), che da quello della strutturazione emotiva. Frank Castle, Billy Russo, Madani e Pilgrim sono immersi quasi alla perfezione in un contesto narrativo fatto di intrecci emotivi, intrighi di potere e puro e semplice intrattenimento. Anche i personaggi, cosìddetti secondari, godono di personalità ben caratterizzate, non sono mai di contorno, e reggono bene il confronto con i protagonisti sopra citati.
Jon Bernthal si cala alla perfezione nel ruolo: il suo Frank Castle è praticamente perfetto, a parte qualche piccolo difetto legato alla sua quasi “indistruttibilità”. E’ un vero piacere vederlo recitare, ma di certo il suo valore non lo si scopre con questa serie tv. Non dispiace assolutamente la prova di Ben Barnes: l’attore ha l’arduo compito di impersonare uno dei ruoli più importanti dell’universo fumettistico The Punisher. Ottima, se non perfetta, è invece la prova recitativa offerta dalla bellissima Amber Rose Revah, la sua Madani è quanto di più completo si possa portare all’interno di un prodotto di intrattenimento realizzato per il piccolo schermo: ha talento questa attrice, su questo non si discute.
A nostro avviso, crediamo che la seconda stagione di The Punisher non ha deluso le aspettative e, nonostante la quasi certezza della cancellazione, si conferma tra i migliori prodotti televisivi distribuiti da Netflix.
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