Recensione della seconda stagione di The Rain, la serie tv Netflix
Un anno dopo la prima stagione, Netflix ha pubblicato i nuovi episodi dell’apocalittica serie danese The Rain. Questa è la nostra recensione.
Nel cast, che si arricchisce di nuovi personaggi, ritroviamo i protagonisti Alba August e Lucas Lynggaard Tønnesen. Gli showrunner – e creatori dello show – sono ancora Kenneth Kainz e Natasha Arthy.
La Apollon ha rilasciato un Virus, che attraverso la pioggia, si è diffuso e ha decimato in modo repentino gran parte della popolazione scandinava. Dopo un periodo di anni passati rinchiusi dal loro stesso padre, all’interno di un bunker Simone e Rasmus, rispettivamente interpretati da Alba August e Lucas Lynggaard Tønnesen, si troveranno ad affrontare i fantasmi del loro passato e la genesi che ha portato il padre, il Professor Frederik (Lars Simonsen), a collaborare con la Apollon per creare questo Virus che era stato pensato, in origine, come la panacea di tutte le malattie dell’uomo.
La Recensione della Prima Stagione di The Rain
Avevamo lasciato, i protagonisti ed i loro amici, Martin (Mikkel Følsgaard), Jean (Sonny Lindberg), Lea (Jessica Dinnage) e Patrick (Lukas Løkken) in fuga dalla Apollon, la nuova stagione riparte da lì e ci farà scoprire nuovi inquietanti risvolti legati al virus mortale, facendoci incontrare nuovi personaggi quali Fie (Natalie Madueno) e Sarah (Clara Rosager)
Il Commento
Il livello di questa nuova stagione continua a non essere minimamente paragonabile a show di livello quali Stranger Things o a Dark, con cui condivide l’origine europea del prodotto, ma a differenza dei primi episodi lanciati nel 2018, attori, registi e l’intera produzione sembran o aver fatto un sostanziale passo in avanti.
Buchi narrativi e alcune situazioni – anche nell’ottica della pura fantascienza – rimangono molto border line. Detto questo, va considerato che la storia è più avvincente ed il ritmo della sceneggiatura è più serrato, e questo nonostante la pioggia che da il titolo alla serie è pressoché assente, se non in qualche flashback.
Il numero degli episodi è stato ridotto dagli otto della prima stagione agli attuali sei, ciononostante il finale è decisamente importante e rileva una sorpresa, che magari i più attenti potranno già scovare con qualche frame di anticipo.
Bene le musiche, i paesaggi e la fotografia. Delineati con mestiere i profili dei personaggi principali. Migliorato, in generale, il livello qualitativo. A differenza della prima stagione, infatti, gli episodi (di 40 minuti ciascuno) non si susseguono lentamente, ma portano lo spettatore a guardare subito il successivo nell’attesa di comprendere l’evolversi della storia.
Il nostro consiglio è quello di apprezzare questa seconda stagione di The Rain, sperando in un rinnovo da parte di Netflix. La strada intrapresa da questo show sembra ora quella giusta.
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