Recensione della terza stagione di Daredevil, la serie Netflix
La terza stagione di Daredevil, la serie Marvel in co-produzione con Netflix, è stata rilasciata sul catalogo del colosso dello streaming dal 19 ottobre. Questa è la recensione.
Creata da Drew Goddard nel “lontano” 2015, la serie Daredevil è giunta alla terza stagione tra gli applausi di critica e pubblico, dimostrando tra le altre cose di avere un enorme potenziale ancora inespresso. Dopo una prima stagione affidata nelle mani dello showrunner Steven S. DeKnight, la serie è stata affidata alla coppia formata da Doug Petrie e Marco Ramirez, con Erik Oleson protagonista di buona parte della terza stagione. Il risultato? Beh, assolutamente convincente.
Nel cast della terza stagione spazio per i “soliti noti”, ovvero Charlie Cox, Deborah Ann Woll, Elden Henson e Vincent D’Onofrio, con l’aggiunta dei volti nuovi Joanne Whalley, Wilson Bethel e Jay Ali.
La trama di Daredevil 3 parte direttamente dagli eventi di The Defenders, la serie crossover con Iron Fist, Luke Cage e Jessica Jones, con Matt Mardock sopravvissuto al crollo del grattacielo di New York dopo lo scontro con Elektra. Il risveglio di Mardock, la scarcerazione orchestrata da Kingpin e la nascita del supervillain Bullseye sono solo alcuni degli eventi chiave della nuova stagione.
La Recensione
Nonostante le voci che vorrebbero il rapporto tra Netflix e Marvel incrinato a causa delle cancellazioni di The Defenders, Luke Cage e Iron Fist, la serie Daredevil dimostra – ancora una volta – di essere un punto fermo nella programmazione del colosso dello streaming.
La qualità espressa nel corso dei 13 episodi è sotto gli occhi di tutti, la collaborazione tra Doug Petrie, Marco Ramirez e Erik Oleson è sinergica, il lavoro svolto tra i tre sceneggiatori – in partnership con i registi dei singoli episodi – rappresenta un valore aggiunto in una produzione che continua a fare della solidità narrativa il suo punto forte. Ovviamente la terza stagione di Daredevil non è esente da punti oscuri, il che rappresenta una sfida per i produttori in vista di una possibile quarta stagione.
La caratterizzazione dei singoli personaggi è quanto di meglio si possa ottenere da una serie tv ambientata in un universo fumettistico. Nel corso della stagione alcuni personaggi sono costretti ad affrontare i propri demoni interiori, a tal proposito è giusta la scelta degli showrunners di dedicare loro interi episodi, in maniera tale da non lasciare nulla al caso. Grazie a questa scelta narrativa, Daredevil non rappresenta il solito show con un solo protagonista e tante facce di contorno, ma un vero e proprio racconto antologico, dove ogni personaggio ha una valenza fondamentale ai fini del risultato finale.
La recitazione di Vincent D’Onofrio (Kingpin) ha un peso specifico non indifferente. Il suo non è il solito cattivo da fumetti, ma un personaggio estremamente stratificato, attirato si dal potere, ma anche dall’amore – qui per la libertà e per la sua amata. Charlie Cox si conferma il miglior Daredevil possibile. La lotta interiore del suo personaggio contraddistingue l’intera stagione, e risulta ottimamente portata in scena dalla vena recitativa di un attore forse troppo snobbato dalla grande Hollywood. Offre una discreta prova anche Wilson Bethel con il suo Bullseye. Anche in questo caso si tratta di un personaggio molto interessante, con un passato fatto di squilibri psicologici, un presente di scelte sbagliate, ed un futuro da super villain.
Migliora anche qui, così come per la seconda stagione di Iron Fist, il rapporto con il realismo nei combattimenti. Le coreografie affidate ai protagonisti – e spesso alle controfigure – regalano sequenze spettacolari che non sfociano quasi mai nell’impossibile. Tecnicamente possiamo dare buoni voti anche alla scenografia, alla colonna sonora – qualitativamente nella media – ed agli effetti visivi, spesso sottovalutati in serie cine-fumettistiche dove i protagonisti non hanno particolari poteri speciali.
In conclusione possiamo affermare che Daredevil rimane la serie di punta di Netflix, sia per affidabilità narrativa che per qualità interpretativa. Una quarta stagione non può non essere nei piani di Netflix e Marvel Television.
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