Star Trek: Discovery 4 recensione commento episodio 6 e 7

Recensione episodi 6 e 7 di Star Trek: Discovery 4 – L’evoluzione di Zora

Abbiamo visto gli episodi 6 e 7 della quarta stagione di Star Trek: Discovery, intitolati rispettivamente Stormy Weather e …Ma per connettersi, resi disponibili sulla nuova piattoforma streaming Pluto TV alle ore 21,00 di venerdi 24 (Stormy Weather) e 31 Dicembre ( …Ma per connettersi), in replica nei due giorni successivi. Questa la recensione.

La nostra decisione di trattare gli episodi 6 e 7 insieme è data da una motivazione ben precisa: l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale “Zora”, argomento che lega in maniera indissolubile i due capitoli. Evoluzione questa che abbiamo visto nella sua massima espressione in Calypso, uno degli Short Treks pubblicati su Netflix, ora non più disponibili perché diventati contenuto esclusivo del servizio streaming Paramount+. A tal proposito riteniamo necessario ricordare brevemente la trama dello Short Calypso.

Calypso: La Trama

Craft, un naufrago dello spazio, si trova a bordo di una capsula di salvataggio i cui sistemi di supporto vitale sono gravemente danneggiati. Prima che la situazione possa precipitare, portando il viaggiatore ad una sicura morte, la capusla viene trainata da un raggio trattore all’interno di una nave stellare che riconosceremo come la USS Discovery NCC 1031. L’uomo si risveglia su un lettino all’interno dell’infermeria della Nave e subito viene accolto dalla voce di Zora che lo invita a raggiungere la sala mensa. Craft si rivolge quindi a Zora, chiedendole un po’ di compagnia in quanto ha volato per oltre un mese in completa solitudine. Zora a quel punto svela all’uomo di non avere un corpo fisico, ma di essere il computer della Discovery, evolutosi fino ad avere una propria coscienza e sentimenti umani.

È questo il destino della USS Discovery NCC 1031? Molto probabilmente si… Star Trek: Discovery dovrebbe concludersi con l’abbandono della Nave da parte del Capitano Burnham e dell’intero equipaggio, lasciando Zora nell’ipotetica attesa di un loro ritorno. Del resto gli Short Treks sono da considerare canonici e, pertanto, gli autori hanno predisposto la storyline di questa stagione ad un futuro che già conosciamo, anche se non sappiamo quanto possa essere prossimo.

Stormy Water

In effetti l’inizio di una vera e propria evoluzione di Zora, nel diventare da Intelligenza Artificiale ad un componente dell’equipaggio a tutti gli effetti, è iniziata in Stormy Water, capitolo questo diretto dal decano Jonathan Frakes, su una sceneggiatura scritta da Anne Cofell Saunders e Brandon Schultz.

Lo sviluppo di questo episodio di Star Trek: Discovery ricorda molto le atmosfere di The Next Generation, del resto non poteva essere altrimenti con Frakes quale regista. Il percorso di Zora, così come il suo conflitto interiore e le sue paure, qui possiamo accomunarli a quanto vissuto dall’androide Data, anche a seguito dell’innesto nel suo “cervello positronico” del “Chip Emozionale”.

Una cosa però non ci è piaciuta molto: la figura del Capitano Burnham nei panni di uno psicologo specializzato nell’analisi degli algoritmi di una intelligenza artificiale, mentre abbiamo apprezzato la figura di Gray nei confronti di Zora, apprezzabili anche i loro dialoghi. In Stormy Waters, inoltre, viene affrontata con estrema forza e coraggio la misteriosa “Anomalia Gravitazionale“, elemento principale che caratterizza l’intera stagione.

…Ma per connettersi

In questo episodio, diretto da Lee Rose su una sceneggiatura di Terri Hughes Burton e Carlos Cisco, l’Anomalia è la fonte maggiore di preoccupazione per l’intera galassia, pertanto i rappresentanti delle diverse civiltà, non solo facenti parti della Federazione, si ritrovano a discutere su come affrontare questo evento capace di distruggere interi pianeti. Le modalità di approccio al problema sono due:

  • Affrontare il primo contatto con la civiltà che ha originato il tutto in forma pacifica.
  • Tentare di distruggere l’Anomalia dall’interno attraverso una deflagrazione, anche se questo potrebbe creare danni permanenti al Sub-Spazio.

La prima ipotesi è sostenuta anche dall’immancabile, irriducibile, invincibile, incommensurabile, imperturbabile, irrefrenabile, nonché una e trina Michael Burnham. La seconda tesi, purtroppo, è invece l’unica possibilità di salvezza per Book, sostenuto e anche spinto in questo dall’ambiguo Tarka, lo scienziato già visto in Gli Esempi. Tornando all’evoluzone del nostro computer di bordo, qui assistiamo ad una notevole prestazione di Stamets che, attraverso le sue argomentazioni e dialoghi serrati, riesce a comprendere meglio “Essere Zora”, coadiuvato in questo da uno stupefacente Kovich, il cui volto è quello di David Cronenberg.

Questo capitolo di Star Trek: Discovery, a differenza del precedente, è più basato sul dialogo e meno sull’azione, ma risulta comunque molto efficace e assolutamente teso e solido.

Conclusione

Gli Episodi 6 e 7 di Star Trek: Discovery concludono efficacemente e positivamente una prima parte di stagione che possiamo definire in crescita rispetto alla precedente. Star Trek: Discovery riprenderà ad essere trasmessa a partire da Venerdi 11 febbraio 2022, sempre in live streaming su Pluto TV.



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