La nostra recensione odierna riguarda Headshot (2016), il nuovo action movie indonesiano interpretato dal maestro delle arti marziali Iko Uwais e diretto dal duo di registi formato da Kimo Stamboel e Timo Tjahjanto.
Rilasciato il 3 marzo negli Usa, Headshot è stato inserito in questi giorni all’interno dell’immenso catalogo Netflix. La trama si presenta come una versione indonesiana del primo capitolo della saga legata al personaggio di Jason Bourne, protagonista è un uomo che si ritrova a lottare contro una misteriosa banda criminale, mentre la sua memoria sembra aver perso efficacia dopo un grave incidente avvenuto in mare.
La Recensione
Abbiamo presentato Headshot come versione indonesiana di The Bourne Identity non a caso, i due film difatti condividono buona parte della trama, lo stesso (o quasi) incipit ed il ritmo incalzante, peccato che i due registi indonesiani non siano Paul Greengrass, il povero Iko Uwais nonostante le sue acrobazie non sia Matt Damon e la sceneggiatura faccia acqua da tutte le parti. Eppure le buone premesse c’erano, eccome!
Stamboel e Tjajhanto in fin dei conti confezionano un film che riesce ad onorare in parte lo stile action del cinema indonesiano degli ultimi anni (vedi la saga The Raid con lo stesso Iko Uwais protagonista), nello stesso tempo però non riescono a dare respiro ad una sceneggiatura piena zeppa di combattimenti, talvolta inutili nel contesto in cui vengono inseriti, e mal condita da discorsi il più delle volte banali. I continui salti temporali inseriti all’interno della sceneggiatura aiutano a capire il passato del protagonista (Iko Uwais), ma mai danno l’impressione di poter scavare realmente nel perchè di certe sue scelte, e questo è un grave limite per un film che cerca di attirare lo spettatore con la scusa del protagonista smemorato.
Meritano invece un applauso alcune delle inquadrature scelte dai registi per dare ancora più spettacolarità a quello che è l’unico e vero fulcro di Headshot, l’arte del combattere.
Il Cast
Il cast è ovviamente quello che il cinema indonesiano riesce a fornire, pochi i nomi degni di nota e quei pochi fanno difficoltà a dimostrare di avere nel proprio dna l’arte del recitare. Iko Uwais si dimostra ancora una volta un grande atleta, le sue funamboliche arti marziali però fanno da contrasto ad una recitazione minimalista e mai davvero incisiva. Il veterano Sunny Pang non riesce a dare bidimensionalità ad un personaggio che avrebbe meritato un background artistico migliore, mentre Chelsea Islan sfoggia il suo bel faccino, qualche colpo proibito e poca buona recitazione.
In definitiva Headshot, più che un film d’azione, rappresenta un festival delle arti marziali miste, il che non guasterebbe se non fosse che si trattasse di cinema, e non di semplice intrattenimento visivo. Consigliamo la visione di questo film, ma senza avere alte aspettative.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.