Da pochi giorni è disponibile su Netflix Italia Impero Romano: Potere e Sangue, documentario docu-drama sulla vita e sui dodici anni di regno di Commodo, l’imperatore Romano che si fece gladiatore. Le celebri vicende raccontante ne Il Gladiatore vengono in questo caso in parte recitate da attori e in parte raccontate dalla strepitosa voce di Sean Bean. Il risultato è un prodotto più che sufficiente.
TRAMA: figlio del grande Marco Aurelio e suo legittimo successore alla guida dell’Impero Romano, Commodo è tutto fuorché pronto a prendere le redini della più grande potenza statale e militare che il mondo abbia mai conosciuto. Lascivo, lussurioso, insicuro e paranoico, il giovane imperatore inizia una folle opera di rivoluzione dittatoriale delle strutture dello Stato e della città di Roma. La sua trovata finale è la più sconvolgente: scendere nell’arena e combattere contro i gladiatori.
A 17 anni dallo straordinario successo de Il Gladiatore, Netflix ha deciso di riprendere le gesta dell’imperatore Commodo, narrate in maniera assai romanzesca nel colossal di Ridley Scott, attraverso la fantasiosa figura di Massimo Decimo Meridio.
La formula scelta è quella del Docu-Drama, che prevede un mix tra il documentario vero e proprio, con tanto di commenti da parte di professori di Storia Romana e una vera e propria Serie TV con attori che recitano.
Il Documentario prende in esame il periodo che va dagli ultimissimi anni del regno di Marco Aurelio fino alla morte del suo successore e figlio, Commodo, considerato come l’iniziatore della lunga decadenza che porterà poi, oltre 250 anni dopo, alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
Nel complesso, il prodotto è di discreta qualità. Da apprezzare, in particolare, alcuni aspetti. In primis il rigore storico, nettamente superiore a quello del disastroso Barbarians: Roma sotto attacco, di History Channel. E’ pregevole il tentativo di rifarsi quasi esclusivamente alle fonti storiche e gli interventi degli studiosi sono brevi, concisi, ma puntuali e interessanti.
Inoltre la serie è ben narrata (strepitosa la voce di Sean Bean) e ben recitata da interpreti sconosciuti ma molto validi. La fusione tra narrazione e dialoghi degli attori, in questo caso, funziona molto piuttosto bene.
Non mancano, purtroppo, i lati negativi, a partire da una scenografia fatta incredibilmente a risparmio. Scordatevi le ville e i palazzi de I Medici! Tutto è basato su una anonima computer grafica che leva tantissimo al pathos e rende gli ambienti uguali l’uno all’altro, che si tratti di una foresta in Germania o del Palazzo imperiale di Roma.
Il Documentario, inoltre, seppur storicamente accurato, è troppo specifico e circoscritto. Affronta il regno di Commodo senza dare praticamente nessuna contestualizzazione storica. Incredibilmente non si accenna minimamente alla questione dell’espansione del Cristianesimo durante quel periodo, ne si affronta il discorso delle relazioni tra Romani e popolazioni germaniche.
Se non si conosce un minimo la storia di Roma, questo racconto non trasmette minimamente allo spettatore la sensazione di osservare le gesta del più grande progetto politico della storia dell’Umanità, ma solo la storiella di un comico imperatore pazzo da legare. E’ un peccato.
in breve: IN ATTESA DI UN PRODOTTO CHE, FINALMENTE, DIA DAVVERO LUSTRO ALLA CIVILTA’ ROMANA, CI GODIAMO QUESTO DECENTE DOCUMENTARIO CHE, QUANTOMENO, HA IL MERITO DI RACCONTARE CON RIGORE I FATTI STORICI.
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