[Recensione] La cena di Natale, di Marco Ponti: il Natale e i suoi “buoni” propositi

Marco Ponti ci riprova, ad un anno di distanza, a rifarci appassionare all’amore mai spento tra Ninella e don Mimì riproponendo sul grande schermo l’adattamento del “sequel” dell’amico scrittore Luca Bianchini che ha costretto tutti i suoi personaggi a vivere “La cena di Natale”.

Chiara (Laura Chiatti) é riuscita a sposare il suo bel Damiano (Riccardo Scamarcio) che pur avendo la fede al dito non rinuncia a riunioni serali sotto le lenzuola, facendo nascere nella mogliettina incinta all’ottavo mese atroci perplessità della fedeltà del suo uomo e a combinare assurdi casini con i tradizionali cestini di Natale da inviare ai propri dipendenti. Non é in grado a cavarsela da solo, chiede aiuto al don Gianni (Uccio De Santis) che da buon parroco di paese gli fa da grillo parlante, anche se il realtà vorrebbe solamente strozzarlo. cena-di-natale-mariapia

In realtà Damiano non é l’unico Scagliusi a non perdere il vizio, anche suo padre don Mimì (Michele Placido) continua a girare intorno a Ninella (Maria Pia Calzone) promettendole una fuga d’amore a Parigi, così da vivere finalmente il loro amore ma non ha fatto i conti con sua moglie Matilde (Antonella Attili) che non vede l’ora di vantarsi dell’imponente dono del consorte, organizzando una fastosa cena della vigilia a casa sua.

La cena a casa Scagliusi é solo un escamotage per avere tutti i personaggi sotto lo stesso tetto e averli un po’ sotto controllo visto che in questo secondo lungometraggio ognuno di loro sembra essere protagonista di un film a se. I neogenitori si presentano in ritardo come la verità che cerca di trovar una via d’uscita ma viene ritrattata, i due eterni innamorati rimangono in silenzio inermi davanti al caos azionato da una Matilde isterica cheaccusa di furto i propri conviviali, come se il gioiello donato rappresenti il suo salva- amore e senza si senta annegare.cena di natale

Vittime di questo isterismo di stereotipicità sono la sorellina Nancy (Angela Semeraro) punzecchiata da una zia milanese interpretata da Veronica Pivetti, che arriva nel paese senza avvertire la sorella con cui ha litigato e di cui non ricorda il motivo (lo stesso per cui lo spettatore si chiederà della necessità della sua inutile presenza) e lo zio Franco (Antonio Gerardi) che probabilmente preferiva ritornare in prigione.

Marco Ponti ha difficoltà a gestire una storia così collettiva, diverte con alcune citazioni cinematografiche ma allo stesso tempo scade nella retorica quando fa sognare alla lesbica Daniela (Eva Riccobono) di diventare madre solo grazie all’aiuto del suo migliore amico omosessuale Orlando (Eugenio Franceschini) alla ricerca di una relazione serena e tenta di regalargli il lieto fine attraverso la verità soppressa per anni.

Il nostro parere: 5

Purtroppo non siamo convinti che “La cena di Natale” ripeta il successo dello scorso anno, pur avendo in scena diversi personaggi ognuno con una propria storia vi é di fondo un ingordigia narrativa che crea solo confusione alla storia. Ci si ispira alle commedie all’italiana come Divorzio all’italiana, ma solo velatamente, visto che ogni personaggio sembra prendere una strada diversa e sia costretto a ritrovarsi col resto del cast solo per cena.

 

“La cena di Natale” di Marco Ponti tratta dall’omonimo bestseller di Luca Bianchini, sarà visibile nelle sale dal 24 novembre, distribuito da 01Distribuition.


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