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[Recensione] La legge della notte, di Ben Affleck: un gangster in cerca di giustizia

Il ritorno alla regia di Ben Affleck é un viaggio temporale negli anni Venti, quelli del proibizionismo, che rivivono ne “La legge della notte”, adattamento dell’omonimo romanzo di Dennis Lehane.

Ben Affleck torna a lavorare con lo scrittore Dennis Lehane -dopo Gone Baby Gone (2007) – ad unirli non é unicamente la loro Boston, ma anche la comune visione narrativa, e grande capacità di inquadrare l’ego maschile in modo complesso ed interessante.

Dopo aver combattuto valorosamente per la propria patria oltre oceano, Joe Coughlin (Ben Affleck) torna nella Boston degli anni Venti completamente disilluso e diventa un fuori legge, specializzandosi in piccoli crimini in una città in cui ogni giorno é in atto una battaglia criminale tra gangster. Pur infrangendo la legge cerca di mantenere intatta la sua moralità, é pur sempre figlio di un poliziotto (Brendan Gleeson) che pur non accettando la nuova vita di Joe lo allarma sull’imminente pericolo che incombe su di lui a causa del suo amore per Emma (Sienna Miller), la pupa del gangster Albert White (Robert Glenister). Scontate le sue colpe in prigione, si presenta al cospetto del boss di origini italiane Maso Pescatore (Remo Girone) offrendo la sua collaborazione pur di vendicarsi su White. Si trasferisce nell’assolata Tampa dove si integra nel controllo della manifattura e distribuzione del rum e collabora con i latini Suarez, detentori della melassa.

Gli affari procedono a gonfie e vele, mentre Dion Bartolo (Chris Messina) si assicura che nessuno ostacoli gli affari del suo boss, l’amore per Graciela Suarez (Zoe Saldana) aiuta Joe a mantenere intatta la sua morale senza sporcarsi le mani. Una candida figura inizia ad intralciare la sua scalata lavorativa post proibizionismo, la giovane Loretta Figgis (Elle Fanning) dopo aver sfiorato la morte illumina gli abitanti di Tampa del logorio che celano alcool e il vile denaro, bloccando così la costruzione del maestoso casinò che avrebbe reso ricca la mafia italiana sulle spalle della debolezza umana.

Pescatore non accetta l’apparente sconfitta e decide di farsi giustizia da solo e a modo suo.

Ben Aflleck ne “La legge della notte” non é unicamente regista, attore ma riveste il ruolo di sceneggiatore e produttore, manifestando la sua assoluta fascinazione per la storia descritta da Dennis Lehane, e chiama a se una squadra di fuori classe regalando così spessore ad ogni personaggio. Cura ogni minimo aspetto, scegliendo attori di origini irlandesi, lavorando su ogni singolo accento che rendono unica ogni interpretazione, anche la più angelica di Elle Fanning; significativa la scelta di Robert Glenister e Remo Girone nei panni dei mafiosi, scegliendo due attori non particolarmente famosi per il pubblico statunitense, sottolineando così la mancanza di fiducia del suo personaggio nei loro confronti.

Rielabora una narrazione precisa che ripercorre gli anni in cui l’alcool scorreva a fiumi e ci si faceva giustizia da soli, sparatorie e furti erano all’ordine del giorno, riempiendola di luoghi comuni sparsi qua e là, senza regalare scene particolarmente memorabili.

 

Il nostro parere: 6

Il regista Ben Affleck sembra non voler correre dei rischi in questo suo ultimo lungometraggio, regalando una storia godibile ma non riesce a trasmettere il fascino tipico dei gangster movie. Sparge lungo la narrazione tematiche importanti che non approfondisce, lasciandole perdere man mano spessore. La cura del dettaglio che caratterizza ogni interprete sembra perdere valore davanti alla superficialità narrativa. Un’occasione mancata.

 

“La legge della notte” di Ben Affleck sarà visibile  nelle sale italiane dal 2 marzo, distribuito da Warner Bros Italia.


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