Nei primi giorni di settembre il catalogo Netflix Italia ha messo a disposizione dei suoi utenti l’intera prima stagione di La Nebbia (The Mist), la serie tv tratta dai romanzi di Stephen King. Questa è la nostra recensione per la rubrica Il Mondo delle Serie Tv.
Una strana e fitta nebbia avvolge improvvisamente una piccola cittadina del Maine, da quel momento morte ed orrore si abbatte sulla popolazione. La serie segue le gesta di alcuni protagonisti intenti a sopravvivere al male che si cela all’interno della nebbia. Le condizioni di pericolo fanno trasparire nella popolazione paura, ma anche il lato peggiore dell’animo umano.
Dopo il piccolo gioiellino diretto da Frank Darabont nel 2007, la nebbia assassina creata narrativamente da Stephen King torna protagonista, questa volta di una serie tv targata Spike Tv. Tralasciando l’obiettivo dichiarato di Christian Torpe e gli altri produttori, ovvero quello di volersi leggermente distanziarsi dal lavoro originale di King, la serie tv La Nebbia si presenta come un prodotto tutt’altro che vincente, dove narrazione, recitazione e esperienza visiva lasciano non poco a desiderare.
La serie sviluppata da Torpe manca di enfasi narrativa e l’emotività dei personaggi non rende giustizia, e queste sono solo alcune delle lacune emerse da una prima visione. Il cast scelto trasmette poco o nulla, ma di certo non è la mancanza di qualità recitativa che affossa quella che sembra una sceneggiatura scialba. Mancano alcuni dei tratti distintivi del lavoro di King: il mistero ed il terrore sono messi da parte per dare spazio al puro e semplice horror moderno, buono solo ad attirare la massa, senza mai spaventare sul serio.
La Nebbia rappresenta il perfetto esempio di come sia difficile portare al cinema (o in tv come in questo caso) il lavoro straordinario del maestro Stephen King. Il recente passato è pieno di esempi di cattiva gestione del lavoro di King, ma questa non può essere una giustificazione per Torpe e company, La Nebbia, ahinoi, è un prodotto mediocre che delude e non poco quasi sotto tutti i punti di vista.
Il finale di stagione lascia trasparire la volontà di Spike Tv di continuare ad allontanarsi dal materiale originale, ma siamo davvero certi di aver bisogno di una seconda stagione?
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