Da qualche settimana è disponibile sul catalogo italiano di Netflix “Designated Survivor”, un’ambiziosa serie tv targata ABC che mescola al suo interno elementi thriller, political drama ed action. Nel cast una vera e propria star del piccolo schermo come l’eroe di “24”, Kiefer Sutherland, nei panni di un Presidente degli Stati Uniti arrivato alla Casa Bianca quasi per caso, a seguito di un attentato terroristico, e un mix di giovani attori e vecchie conoscenze della TV.
TRAMA: Mentre una devastante esplosione distrugge il Campidoglio e uccide il Presidente degli Stati Uniti, il Vice, tutto il Governo e tutti i membri della Camera e del Senato, Tom Kirkman, segretario allo sviluppo urbano, si trova in una località segreta, lontano dal disastro. Lui è il “sopravvissuto designato”, un membro non primario del Governo che viene protetto e pronto a subentrare alla presidenza nel remoto caso di un attentato ai suoi superiori. E così, a seguito di questa tragedia, un uomo dal carattere mite, non ambizioso, inadatto al comando e non eletto dal popolo si ritrova a ricoprire la carica politica più importante al mondo. Sarà un vero incubo…
Nell’epoca d’oro delle Serie TV “presidenziali”, con prodotti tutti diversi, ma di assoluto valore come House of Cards, Scandal o Veep buttare nella mischia l’ennesimo Presidente degli Stati Uniti del piccolo schermo è stato un rischio da parte di ABC. Per distinguersi dal resto serviva una grande idea, qualcosa di veramente originale, diverso, che non si fosse mai visto, che spaccasse insomma.
E invece i produttori e gli sceneggiatori hanno adottato un’altra soluzione, non così creativa, così rivoluzionaria, ma non per questo meno efficace. Hanno preso i migliori elementi di recenti Serie TV di successo, di generi anche piuttosto lontani l’una dall’altra, li hanno mescolati insieme aggiungendo una trama sufficientemente originale e hanno tirato fuori un prodotto godibile, appassionante, non un capolavoro, ma una Serie TV che piacerà a molti.
In Designated Survivor c’è letteralmente di tutto: le inquadrature, la struttura, gli intrighi politici e amorosi tra lo staff presidenziale di Scandal, non a caso altra produzione ABC; i temibili cospiratori e continui colpi di scena, con buoni che diventano cattivi, i misteri e segreti di Homeland; la trama post apocalittica, con un evento catastrofico che fa salire al potere un personaggio che non ne avrebbe le capacità e il ritmo frenetico di The Last Ship.
La serie ha una struttura molto particolare, che risente molto di questo mix di generi. Inizialmente è quasi esclusivamente un political drama puro, dal ritmo piuttosto compassato, nel quale lo spettatore è principalmente attratto dalle numerose peripezie che il neo presidente Kirkman (Kiefer Sutherland) deve affrontare per rimanere al potere in un Paese dove una parte della popolazione e della classe politica non riconosce l’autorità di un Presidente non eletto dai cittadini.
L’idea è molto interessante ed originale ma purtroppo parzialmente frustrata dal fatto che, stranamente, Kiefer Sutherland non riesce mai a dare uno spessore straordinario al protagonista della Serie, alternando momenti in cui il Presidente è totalmente in balia degli eventi ad attimi nei quali, troppo repentinamente, sembra più scaltro e determinato di Frank Underwood. Inoltre, anche questo in maniera eccessivamente brusca, dopo 3, 4 episodi, la Serie vira decisamente in direzione del Thriller cospirativo, aumentando tantissimo il ritmo e facendo scivolare il Presidente in secondo piano rispetto all’agente dell’ FBI Anna Wells (Maggie Q), intenta a scoprire chi ha fatto saltare in aria il Campidoglio e cosa c’è dietro.
La cospirazione è abbastanza ben fatta e originale, con una Maggie Q che, pur essendo un’attrice assai poco esperta, se la cava piuttosto bene, ma il problema è che questa parte della trama risulta quasi completamente scollegata dalle vicende presidenziali e, ancor di più, dalle storie dei membri dello Staff di Kirkman, che invece in altri momenti hanno ruoli quasi da protagonisti.
Infine, due parole proprio sullo staff presidenziale, che nel complesso manca un po’ di personalità. Abbastanza bene Natasha McElhone nei panni della Fisrt Lady e il simpaticissimo Kal Penn come addetto stampa alla casa bianca. Piuttosto male la giovane attrice italo-canadese Italia Ricci come assistente presidenziale. Personaggio con pochissimo mordente che non viene esaltato neanche dalla storia d’amore con il capo di gabinetto Aaron Shore (Adan Canto).
Ma al netto di tutti questi difetti e con la notabile eccezione dei primissimi momenti, è davvero difficile annoiarsi, o avere voglia di cambiare canale, vedendo Designated Survivor, una serie adrenalinica, piena di colpi di scena, dal ritmo frenetico e con qualche, appena discreto, elemento di thriller psicologico e di interazioni tra i personaggi.
Abbiamo scritto in questo link la Recensione della seconda parte della prima stagione.
in breve: DESIGNATED SURVIROR E’ UN RIUSCITO MIX DI ELEMENTI THRILLER/ACTION E POLITICAL DRAMA. UNA SERIE CHE NON SI DISTINGUE NETTAMENTE IN NESSUN ASPETTO MA CHE, NEL COMPLESSO, E’ ORIGINALE, BEN SCRITTA E PIU’ CHE GODIBILE PER UN’AMPIA GAMMA DI PUBBLICO.
Voto: 7
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questa serie mi ha insegnato tante cose… l’ho finita in pochissimi giorni e mi ha appassionata e colpita. penso che sia un bene avere serie di questo genere nelle piattaforme più utilizzate, soprattutto se sono piattaforme utilizzate da giovani ed adolescenti. in modo che essi si facciano un’idea del mondo che ci circonda, me compresa. la consiglio a tutti, magari dai 14 anni in su, perchè rimane comunque un argomento delicato ma allo stesso tempo complesso. Veramente una bella serie formativa e che, come già detto, aiuta a comprendere meglio il mondo che ci circonda oggi.