[Recensione] La Ragazza che sapeva troppo (The Girl with all the Gifts), il film Netflix
In questi giorni il colosso dello streaming Netflix sta aggiornando il proprio immenso catalogo per l’inizio del mese di giugno, tra i titoli che hanno raccolto il nostro interesse, quest’oggi vi proponiamo la recensione di La Ragazza che Sapeva Troppo, lo zombie movie con Gemma Arterton.
Intitolato in originale The Girl with all the Gifts, lo zombie movie La Ragazza che Sapeva Troppo è stato diretto da Colm McCarthy contando su di un cast di qualità formato da Gemma Arterton, Glenn Close, Paddy Considine e la giovanissima Sennia Nanua.
Incentrata durante una violenta epidemia che trasforma le persone in esseri famelici (questo è il nome dato dai protagonisti ai non morti), la trama di La Ragazza che Sapeva Troppo mette in scena la corsa contro il tempo di un gruppo di scienziati, speranzosi di trovare una cura all’infezione, attraverso lo studio nei confronti di bambini infetti, ma senza gli apparenti segni dell’epidemia. Ed in effetti l’apparenza in questo caso inganna per davvero, i bambini sono stati partoriti in grembi infetti e pertanto celano gli istinti fino a quando la fame non sopraggiunge. Tra i tanti bambini sotto osservazione, ne è presente una capace di parlare, ragionare e provare emozioni, sarà lei l’unica speranza per il genere umano?
L’inghilterra torna a fare da culla ad uno zombie movie anni dopo lo strepitoso successo di critica raccolto da 28 Giorni Dopo, in questo caso però ci si ritrova in un ambiente meno spettrale e più in linea con le recente “scenografie zombiesche” ammirate in The Walking Dead, con le grandi città imbottite di zombie.
Portato in scena con uno stile molto naif ed un uso minimalista degli effeti speciali, il lavoro di Colm McCarthy non regala forti emozioni almeno fino al secondo atto, dove la tensione comincia finalmente a fare la propria comparsa ed i protagonisti vengono catapultati in una corsa contro il tempo che svelerà loro nuove verità sull’epidemia che ha flagellato il genere umano. La giovanissima “zombie in stasi” interpretata da Sennia Nanua assume via via un valore aggiunto nel computo di una trama spesso troppo imbottita di clichè di genere, finendo per dare al film un valore quasi originale – per quanto si possa definire originale uno zombie movie – ad un prodotto altrimenti noioso narrativamente e privo di grande impatto visivo.
La Ragazza che Sapeva Troppo in definitiva si va ad inserire in quel limbo qualitativo legato al genere zombie movie, dove finiscono solitamente prodotti che sarebbero potuti essere, ma che in fin dei conti non lo sono stati, un modo per dire che si tratta di un titolo con grandi potenzialità non espresse.
Il cast è di grande impatto, e questo di certo un valore da non sottovalutare in un film dove la recitazione è parte integrante del risultato finale. Gemma Arterton, dopo l’exploit ottenuto nella Hollywood che conta negli anni scorsi, ha scelto di passare ad un tipo di cinema di nicchia, una scelta che ha contribuito a mostrare in maniera più chiara il suo talento. Su Glenn Close c’è poco da dire, è una delle grandi leggende di Hollywood, è una di quelle attrici che può partecipare a qualsiasi genere di film, senza mai sfigurare. Ruolo apparentemente da duro per Paddy Considine, ma che in fin dei conti nasconde sentimenti da padre di famiglia, in questo film si conferma una discreta spalla. Di qualità infine l’interpretazione della giovanissima Sennia Nanua, protagonista assoluta nel terzo atto.
Il Verdetto 6+
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