Recensione La vita davanti a sé, film con Sophia Loren
La vita davanti a sé (The Life Ahead) è un film del 2020 diretto da Edoardo Ponti, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Romain Gary, e remake della pellicola del 1977. La vita davanti a sé é presente nel catalogo Netflix, vi presentiamo la recensione.
TRAMA
Madame Rosa’ (Sophia Loren) é un’anziana donna ebrea reduce da Auschwitz, una prostituta in pensione che, in un appartamento chiamato dalla gente del quartiere “il Rifugio” di Bari, si occupa di crescere i figli di altre prostitute ostacolate dalla legge italiana nel poterli tenerli con sé. Un giorno, nella sua dimora si presenta Momò (Ibrahima Gueye), un ragazzino che le darà filo da torcere conducendo una vita da malandrino. Inizialmente il ragazzo è riluttante nel vivere nel rifugio e sembra mal sopportare Madame Rosa’, ma qualcosa fa cambiare il pensiero in Momò quando l’affetto tra i due inizia a stravolgere la vita di entrambi.
La vita davanti a sé, sin dalle prima scene mostra una notevole cura nella fotografia, dove la tecnica di Angus Hudson rende onore alla scenografia e alla luce naturale della città di Bari, facendo conoscere agli spettatori le bellezze di questa città, senza abusare di un’estetica da cartolina.
Il ritmo della narrazione é complessivamento lento, ma funzionale per la sceneggiatura, conferendo maggior sentiment alla storia. Seppur alcune situazioni possano risultare scontate, già viste, caratterizzate da dialoghi brevi, il ritmo della storia non ne risente nella sua linearità.
Sophia Loren, torna sul grande schemo con un’interpretazione emotivamente significativa, mettendo in scena un fascino non esclusivamente dettato dalla sua indiscutibile bellezza estetica che l’ha resa celebre nel mondo. Alla sua Madame Rosa’ conferisce forza d’animo e tenerezza, caratteristica umile delle donne anziane con un carico di vita vissuta, spingendo lo spettatore a commuoversi in più scene del film.
Non ci meraviglieremmo se, come si vocifera nel settore, l’attrice italiana possa essere candidata ai Premi Oscar per questa sua ultima interpretezione.
Una piacevole rivelazione é il giovane Ibrahima Gueye che riesce a conferire al suo personaggio la diffidenza e la rabbia che cova internamente il suo Momò. A tratti insopportabile ma, estremamente fragile e bisognoso di calore che gli è sempre mancato e che, trova in Madame Rosa’, con cui si crea un legame indissolubile e che lo costringe a deporre la sua corazza emotiva, il piccolo intreprete Ibrahima Gueye non viene mai ingoiato in scena dalla mostruosità interpretativa della Loren.
Renato Carpentieri é il file rouge tra le due forti personalità di Madame Rosa’ e Momò, si mette a disposizione del suo personaggio, mostrando garbo e umanità, con un’interpretazione calibrata e per nulla scontata.
Il lavoro svolto da Edoardo Ponti si focalizza principalmente sulle relazioni tra i personaggi, lasciandosi sullo sfondo le tematiche politco sociali come la povertà e l’immigrazione. Con grande maestria é riuscito a guidare la macchina da presa su sua madre con estremo rispetto e professionalità, conferendole un’interpretazione emotivamente notevole.
La narrazione accelera leggermente la sua conclusione ma, grazie agli accordi musicali e sopratutto alla scelta furbastra dell’interpretazione di Laura Pausini, lo spettatore si sentirà confuso ma emotivamente in pace. Il messaggio arriva forte e chiaro, con una semplicità disarmante ed effettiva.
La vita davanti a sé, doveva essere distribuito il 3, 4 e 5 novembre 2020 nelle sale cinematografiche italiane ma, a causa della chiusura dei cinema secondo l’atttuale dpcm, la Palomar ha preferito anticipare la messa in onda sulla piattaforma Netflix, su cui é disponibile dal 13 novembre 2020.
Recensione La vita davanti a sé, film con Sophia Loren
Regista: Edoardo Ponti
3.5
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