[Recensione] Lo Spazio che ci Unisce, lo sci-fi romantico di Netflix
Il catalogo di Netflix ha finalmente rilasciato Lo Spazio che ci Unisce (The Space Between Us), lo sci-fi romantico diretto da Peter Chelsom ed interpretato da Asa Butterfield e Britt Robertson, questa è la nostra recensione.
In un futuro non troppo lontano, la NASA ha trovato il modo per colonizzare Marte, ma la prima missione comporta un piccolo problema, il comandante della missione non sa di aspettare un bambino. La gravidanza viene portata a termine sul pianeta rosso, essa comporta la morte della donna e la nascita di un ragazzo con una struttura fisica adattata a quel tipo di atmosfera. La NASA insabbia l’accaduto mentre il ragazzo cresce su Marte in compagnia degli altri scienziati presenti nella colonia, nutrendo dentro di se l’obiettivo di tornare un giorno sulla Terra, cercare il padre perduto ed incontrare una giovane ragazza con cui intrattiene tenere discussioni da anni attraverso una video-chat.
La Recensione
Lo Spazio che ci Unisce si presenta con un ottimo incipit, un’interprete stimato come Gary Oldman ed una narrazione fresca, ma finisce per tradire parte delle buone premesse col passare dei minuti, smistando il focus narrativo verso quella che sembra una scanzonata storia d’amore tra due ragazzini in fuga dalle autorità ed alla ricerca di un padre misterioso in un punto imprecisato degli Stati Uniti d’America … fin troppo poco per un film che si presentava in pubblicità con un potenziale tanto enorme. Eppure il regista Peter Chelsom si sforza e pure parecchio per far passare un semplice romantic movie per teenagers in uno sci-fi con una trama originale rivolta ad un pubblico adulto, peccato che una colonna sonora in pieno stile Dawson’s Creek e certe dinamiche sceneggiative in cui l’aspetto fantascientifico viene utilizzato solo come espediente narrativo alla fine lo tradiscono. Gli effetti visivi sono ridotti all’osso, ma questo non può essere considerato un punto negativo, anche perchè non sempre questa maestria cinematografica viene usata a fin di bene, in Lo Spazio che ci Unisce, per esempio, le poche sequenze degne di nota sono discretamente vendute al pubblico, e questo è ciò che conta.
Il Cast
Asa Butterfield ha già dimostrato con Il Gioco di Ender di poter sopportare il peso di un intero film sulle proprie spalle, non ci stupiamo pertanto nello scoprire che il talento di questo attore cresce a vista d’occhio. Paga la scelta dell’attrice che interpreta l’interesse amoroso. Britt Robertson ha una bella presenza scenica, oltre che un bel viso, ma soprattutto sa recitare, fin troppi i punti in suo favore. Il cast di supporto, mai come in questo caso è relegato in secondo piano, Gary Oldman e Carla Gugino finiscono per brillare in pochissime sequenze, ma forse la scelta finisce per dare più spazio ai due giovani protagonisti.
Netflix questa volta non fallisce completamente, Lo Spazio che ci Unisce svolge il proprio compitino senza problemi, il problema semmai si palesa quando si vuole far passare un romantic movie per teenagers in un piccolo blockbusters fantascientifico con l’utilizzo di banali espedienti narrativi ed una cattiva gestione degli elementi sceneggiativi a disposizione.
Il Verdetto 6.5
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