[Recensione] Neruda di Pablo Larraín: la teatrale fuga del Poeta cileno
Pablo Larraín potrà ricordarsi del 2016 come uno dei suoi anni migliori, ha da poco presentato alla Mostra del Cinema di Venezia “Jackie“ con Natalie Portman e nei mesi precedenti si era presentato al Festival di Cannes il suo “Neruda” che uscirà il prossimo 13 ottobre nelle sale italiane ed é stato scelto per rappresentare il Cile ai Premi Oscar.
Il regista cileno rende omaggio ad un uomo immenso, un poeta, un Premio Nobel, e lo fa raccontando attraverso un mix di realtà e finzione il periodo drammatico della sua fuga dal Cile. Neruda venne eletto senatore per il partito comunista, ma il suo stesso Presidente Videla (Alfredo Castro) lo vuole vedere in gabbia accusato di provocare la resistenza popolare, sarà costretto alla fuga, rincorso da un disperato poliziotto Oscar Peluchonneau (Gael García Bernal) che lo disprezza ma allo stesso tempo lo ammira per quello che rappresenta.
Le parole di Neruda sono ovunque, così come la sua presenza in Cile “sono nell’aria, nell’acqua, nel sangue, nel sudore” così Larraín descrive l’immensità di quell’uomo che ha segnato qualsiasi cileno.
Quello che viviamo sullo schermo é il divertente gioco tra il gatto e il topo che il poeta architetta per il suo inseguitore accecato dalla disperata missione che gli viene affidata, e resa ancor più divertente dai libri che Neruda gli lascia lungo l’inseguimento, un modo per suggerirgli la mossa successiva ma allo stesso tempo per inebriarlo con la magnificenza della letteratura.
Neruda è magistralmente interpretato da Luis Gnecco che dà corpo all’arte di quell’uomo, non solo fatta di parole su carta, ma la sua poesia viaggia e prende vita mettendo in piedi uno spettacolo a cui il poeta si “presta” costruendoci intorno scenografie e costumi che lo rendono protagonista insieme ai suoi versi.
Un uomo insaziabile, innamorato della vita, delle donne e dell’amore e questo lo comprendeva la sua compagna, l’artista argentina Delia (Mercedes Morán) che lo accompagna e supporta per buona parte della sua fuga fino a rendersi partecipe della stessa fantasiosa narrazione che stava erigendo con la sua ricamata arte della parola.
Sono serviti 5 anni di lavorazione, di documentazione, affinché Larraín si sentisse pronto per realizzare questo immaginario viaggio scritto con lo sceneggiatore fidato Guillelmo Calderón, in cui l’accento non viene posto sull’arrivo ma sul travagliato viaggio che rendono leggendario il personaggio del poeta cileno.
Il regista cileno ci conduce nel mondo di Neruda come un pifferaio magico, e lo fa attraverso le immagini e il suo montaggio onirico tradito dal realismo che si cela nella narrazione, attraverso la declamazione dei suoi versi, ci inebria e ci ricorda che l’arte non cambia il mondo, anche se promette di farlo, ma ispira chi vuole veramente cambiarlo.
Il nostro parere: 9
Un road movie più che un biopic, ma anche un giallo fitto di misteri ed indizi che ci fanno conoscere meglio colui che scrisse “Canto Generale”, un poema composto proprio durante la sua fuga ed esilio, in cui la poesia e la politica si uniscono con furia e rabbia. Un film vertiginoso caratterizzato da contrappunti sonori, raddoppiamenti e finti raccordi che accentuano la virtuosità dell’azione.
“Neruda” di Pablo Larraín con Gabriel García Bernal e Alfredo Castro sarà visibile nelle sale italiane dal 13 ottobre, distribuito da Good Films.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.