Okja, è il nuovo film prodotto da Netflix e diretto da Bong Joon-ho. Tra i protagonisti troviamo Tilda Switon, Paul Dano, Jake Gyllenhaal e Steven Yeun.
Il film comincia con Lucy Mirando (Tilda Switon) che annuncia al mondo il progetto di far allevare 26 enormi maiali, creature gigantesche create geneticamente dalle sue industrie in svariati punti del mondo. L’obiettivo è farli vivere liberi e non in cattività, con un premio alla fine dei dieci anni al miglior allevatore. Protagonista del film è Okja, un maiale affidato alla famiglia di Mija (An Seo Hyun), tra di loro si instaura un rapporto di amicizia puro. La piccola Mija è in eterno conflitto con il nonno, il quale pensa soltanto al profitto. Il giorno in cui viene annunciato che l’animale deve tornare alla multinazionale per completare il progetto, ossia essere macellato per soddisfare il fabbisogno di carne per il pianeta, la giovane Mija e un intrepido gruppo di animalisti vivranno una lunga avventura per cercare di liberare la creatura.
Il progetto di Bong Joon-ho, sembra voler strizzare gli occhi a quei film nel quale c’è un rapporto d’amicizia tra il protagonista, quasi sempre un bambino, e la creatura. Possiamo rammendare, a tal proposito, pellicole come E.T. L’extraterrestre, I Gremlins, Elliot il drago invisibile, Water Horse – La leggenda degli abissi, Il mio amico Mac e tanti altri. Per quanto la trama possa essere interessante se pur banale e ripetitiva, il film si presenta molto lento e confusionario. Nella prima parte, specie nella prima mezz’ora, non accade nulla di straordinario, in particolar modo viene messo in risalto il legame tra Okja e Mija, con sequenze a volte noiose e inutili. Non cambia il trend nella seconda parte. Quando i protagonisti si affannano nel cercare un modo per salvare il maialino, la sceneggiatura diventa addrittura fin troppa confusionaria.
Il personaggio della Mirando, inoltre, ricorda in modo impressionante il personaggio di Millicent Clyde, interpretato da Nicole Kidman in Paddington, pellicola del 2014 diretta da Paul King. Oltre che l’avere lo stesso taglio e colore di capelli, nonchè lo stesso outfit, la Mirando ricorda la Clyde anche nei modi di fare e negli obiettivi da raggiungere a tutti i costi. Anche in Paddington, infatti, la “cattiva di turno” voleva mettere fine alla vita dell’orsetto Paddington, in questo caso però non per farne del cibo da portare in tavola ma per imbalsamarlo ed esporlo nella sua collezione nel Museo di storia naturale di Londra.
In conclusione Okja parte con tutti i migliori presupposti, ma non riesce mai ad appassionare realmente, e la colpa va ricercata principalmente in una sceneggiatura priva di cambi di ritmo, talvolta statica e ricca di ovvietà. Dopo i casini di Cannes, con la polemica tra Netflix e la giuria, era lecito sperare in qualcosa di più.
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