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[Recensione] Pets – Vita da animali, il cartoon diretto da Chris Renaud e Yarrow Cheney

Pets – Vita da animali (The Secret life of Pets) è un film d’animazione diretto da Chris Renaud e Yarrow Cheney. Il film, prodotto dalla Illumination Entertainement di Chris Meledandri, è stato presentato in anteprima alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e uscirà nelle sale giovedì 6 ottobre.

La trama

In un elegante condominio di New York, alcuni animali vivono le loro giornate mentre i loro rispettivi sono fuori casa. Max, un terrier, vive insieme a Katie con la quale ha un ottimo rapporto. Un giorno, Katie porta a casa Duke, un grosso cane. I rapporti tra i due, all’inizio, non sono tra i più amichevoli, ma i due cani dovranno appianare le loro divergenze quando si troveranno, loro malgrado, ad avere a che fare con un gruppo di animali abbandonati capeggiati dal coniglietto Nervosetto con lo scopo di vendicarsi degli umani responsabili del loro abbandono. Sarà l’inizio di una giornata all’insegna dell’avventura e del pericolo.

Il film

Vi siete mai chiesti cosa fanno gli animali domestici durante la vostra assenza? Questa è la domanda a cui hanno cercato di dare una risposta gli sceneggiatori Ken Daurio, Cinco Paul e Brian Lynch creando un film con protagonisti proprio i suddetti animali. Non solo cani e gatti, ma anche uccelli, falchi, maiali e conigli che vivono la loro vita parallela a quella degli esseri umani. Se all’inizio vediamo gli animali agire tra le mura domestiche, con alcune gag particolarmente riuscite (il bassotto che usa la planetaria come “massaggiatore automatico” o il raffinato barboncino che ascolta heavy metal), il film a un certo punto si apre verso l’esterno facendo diventare la città di New York la vera scenografia nella quale agiscono i protagonisti.

Questa apertura, però, non sempre riesce ad avvincere, puntando molto spesso su situazioni al limite del paradosso che rischiano di sembrare troppo costruite e appositamente movimentate per appassionare davvero, rinunciando dunque alle gag per diventare un film prettamente d’avventura. Certo, nel mix di avventura e dinamismo c’è spazio anche per affrontare il tema dell’abbandono degli animali e anche del loro sfruttamento, come dimostrano i personaggi di Nervosetto (una volta usato da un mago per il trucco del coniglio nel cappello) o del maiale Tatoo, usato da dei tatuatori per sperimentare disegni sulla sua pelle: temi, però, appena accennati e usati come pretesto per ulteriori gag piuttosto che come motore per riflessioni più alte (la Pixar, forse, avrebbe avuto più coraggio in questo senso) senza avere il coraggio di spingersi un po’ più in là e cercare la vera emozione che non deve necessariamente cercare la lacrima, ma quanto meno sfruttare l’ironia (che, comunque, non manca) per imprimere un quid in più ed elevare il livello della storia.

Spiccano, inoltre, alcune citazioni e autocitazioni, alcune sonore e altre visive, tra cui Cattivissimo Me, La febbre del sabato sera, Grease, Matrix, Gli uccelli e Sing (il prossimo film dello studio): tuttavia, queste citazioni, alcune delle quali fuori luogo, sono più che altro strizzatine d’occhio piuttosto che motori narrativi in grado di mandare avanti l’azione.

Le caratterizzazioni dei personaggi sono la vera carta vincente del film: su tutti, spicca Gidget, la memorabile cagnolina perdutamente innamorata di Max appassionata di telenovela che non teme di avventurarsi nella città alla ricerca del suo Max, ma anche il cane paraplegico Pops, caratterizzato da uno humour beffardo e tagliente.

Il film diverte e intrattiene, appassionando soprattutto i più piccoli, e non dispiace il messaggio di amore per gli animali che emerge alla fine: con un po’ più di coraggio e un po’ più di vera emozione, sarebbe potuto diventare un piccolo capolavoro dell’animazione.

Voto: 7


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