Recensione di Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice

Abbiamo visto Rebel Moon Parte 2: La Sfregiatrice, seconda e per il momento parte finale dell’epopea fantascientifica firmata Zack Snyder, dal 19 aprile scorso in programmazione su Netflix, questa la recensione.

La seconda parte di Rebel Moon, come la prima, è stata diretta da Zack Snyder il quale, oltre ad essere il produttore insieme a sua moglie Deborah e Wesley Coller, ha scritto anche la sceneggiatura coadiuvato da Shay Hatten e Kurt Johnstad. Fungono da produttori esecutivi Bergen Swanson, Sarah Bowen di Grand Electric, Shay Hatten e Kurt Johnstad. Nel cast spazio per Sofia Boutella nei panni di kora, inoltre Michiel Huisman (Gunnar), Charlie Hunnam (Kai), Djimon Hounsou (Generale Titus), Staz Nair (Tarak Decimus), Doona Bae (Nemesis), Ray Fisher (Darrien Bloodaxe), Cleopatra Coleman (Devra Bloodaxe), E. Duffy (Millius), Jena Malone (Harmada), Ed Skrein (Atticus Noble), Fra Fee (Balisarius) e Ingvar Eggert Sigurðsson (Hagen).

In questo secondo capitolo vediamo i ribelli prepararsi, armarsi e combattere per quella che sarà la cruenta battaglia finale contro l’esercito del Mondo Madre, al cui comando troviamo un ferocissimo e assetato di vendetta Ammiraglio Atticus Noble.

Rebel Moon Parte 2: La Sfregiattrice – Il Commento

“Zack Snyder questa seconda volta riuscirà a fare meglio – o peggio – della prima?”.

Questa è la domanda di chi probabilmente, deluso, si sarà posto dopo aver visto Rebel Moon Parte 1.

Questa è invece la domanda che ci poniamo Noi di Universal Movies dopo aver visto entrambi i capitoli:

“Potrà una annunciata Snyder’s Cut salvare l’insalvabile?“

Purtroppo anche “La Sfregiatrice” soffre dei molti mali che affliggono il primo capitolo! Uno sceneggiatore, a nostro avviso, innanzi tutto deve possedere creatività e una buona dose di coraggio per sperimentare nuove cose e, comunque, per poter presentare sotto una nuova luce cose già viste. Zack Snyder in questa sua ultima produzione manca proprio di questi elementi essenziali. È proprio per questo che crediamo che l’aggiunta di scene tagliate, o un diverso montaggio, non possano sopperire al male cronico di uno script banale ed estremamente derivato.

Anche sotto il punto di vista della caratterizzazione, l’intera “epopea snyderiana” è carente: a parte la protagonista, i restanti personaggi rimangono di contorno e non brillano certo di empatia, come non brilla di empatia la stessa Kora (Sofia Boutella), tanto che il suo tormento interiore non riesce a penetrare gli animi degli spettatori, oramai assuefatti dal piattume della trama.

Visivamente Rebel Moon Parte 2 è certamente appagante: bella è la fotografia, ottimi i costumi e assolutamente buoni risultano gli effetti speciali. IL CGI viene usato sapientemente e la ricostruzione delle navi spaziali è efficace, anche se abbiamo qualche dubbio sulla necessità di rendere estremamente fumose alcune navicelle… “che siano forse alimentate a nafta e che abbiano gli iniettori sporchi?” Chiaramente scherziamo!

L’aspetto bucolico del pianeta Veldt viene in alcuni casi enfatizzato eccessivamente, tanto che in alcune scene vediamo i suoi abitanti allegramente e felici mostrare i frutti della loro terra. Scene che sembrano appositamente tagliate per uno spot pubblicitario di una marca di pasta di grano duro. Anche l’aspetto eroico dei personaggi viene eccessivamente enfatizzato a mo’ di vecchia propaganda sovietica.

IN CONCLUSIONE

Rebel Moon Parte 2 delude, o forse no perché probabilmente molti si aspettavano un secondo risultato poco esaltante. L’epopea epica di Zack Snyder naufraga miseramente in un turbinio roboante e confuso di esplosioni, fiamme e tanto fumo. Se La Figlia del Fuoco poteva avere la scusante di essere in parte considerata come prepatoria all’evento finale, La Sfregiatrice risulta invece ancora più caotico e confuso, basandosi su una trama troppo banale e scontata.

A quanto sembra, e da come si conclude questo secondo capitolo, Zack Snyder ha nei suoi programmi di ampliare questo suo Universo con una terza parte. Noi invece speriamo che Netflix possa indirizzare i suoi sforzi in progetti meno ambiziosi, ma dai maggiori contenuti.

Consigliato a chi non ha paura delle delusioni.