spencer film recensione commento

Recensione di Spencer: il ritratto di Lady Diana firmato da Pablo Larraín con Kristen Stewart

Scordatevi la timida Bella, Kristen Stewart é cresciuta e lo dimostra al grande pubblico nella sua interpretazione della malinconica Lady Diana Spencer in Spencer, pellicola diretta da Pablo Larraín, ruolo che ha fatto ottenere all’attrice statunitense la candidatura agli ambiti Oscars 2022. Vi presentiamo la nostra recensione.

Spencer: trama

Il matrimonio della principessa Diana (Kristen Stewart) e del principe Carlo (Jack Farthing) è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse. Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

Spencer: la nostra recensione

Continua il progetto del regista Pablo Larraín di portare sul grande schermo la storia di quelle Donne che hanno reso grande il secolo scorso, e dopo aver dato voce a Jackie Kennedy, prova a riportare in vita quella che fu la favola triste di Lady Diana Spencer. In Spencer il regista cileno prova a immaginare cosa sia accaduto durante la tregua delle vacanze natalizie alla residenza reale di Sandringham tra Diana e la famiglia reale inglese che, in quel periodo mal sopportava l’overdose mediatica della Principessa del Popolo. Ma, come ci hanno raccontato i cronisti reali, anche Diana non stava attraversando un bel momento all’interno del suo matrimonio reale, avendo realizzato che la sua unione con il principe Carlo fosse “affollata” con la presenza della storica amante.

Spencer non é un biopic convenzionale, bensì é la ricostruzione dello smarrimento di una donna nata e cresciuta per diventare regina che combattendo con se stessa, decide di liberarsi da tutto quel formalismo dettato dalle tradizioni reali. Kristen Stewart interpreta il malessere fisico e psicologico con cui convive Lady Diana in quei giorni, mettendo in scena la sfilata dei sorrisi convenevoli addobbati da abiti prestabiliti per ogni occasione.

Sullo schermo lo spettatore assiste ai turbamenti e all’inquieta solitudine di una donna che sta soffrendo, divorata dai suoi pensieri e dai suoi doveri di madre, consorte, ma sopratutto di donna in conflitto con l’ambiente dorato e totalmente tradizionalista che la soffoca. La regia di Larraín é annaspante e claustrofobica a tratti, necessaria per il racconto che viene messo in scena.

«Dove cazzo sono?». Sono queste le prime parole che pronuncia Lady Diana, disorientata, non più in grado di riconoscere quelle terre che l’hanno vista crescere con la famiglia Spencer e che ha continuato a vivere come Principessa del Galles.

Spencer non é l’ennesima pellicola su Lady D, perché lo scopo del regista non é quello di far empatizzare il pubblico con le sofferenze di una principessa che scopre di esser tradita, bensì é quello di mostrare le fragilità della psiche umana e quel tipo di sofferenze che possono essere manifestate su un corpo che non riesce più a reggere il peso di decisioni e cerca di autosabotare tutto ciò che le viene imposto. Non vi sono cattivi in questa narrazione, la Regina Elisabetta interpretata da Stella Gonet, e la servitù al suo servizio, non tramano contro la principessa, bensì provano a farle ingerire la pillola dei dettami tradizionali da seguire e con cui, Diana, non riesce più ad essere affine.

E così, inizia a immaginarsi la figura di Anna Bolena (Amy Manson), la moglie decapitata da Enrico VIII, che le ricorda le sue sofferenze e la invita a riflettere sui suoi comportamenti.

Il suo soggiorno dura tre giorni, interminabili, in cui è costretta ad addobbarsi, pesarsi, e a ingurgitare cibo che ben presto rigetta in bagno. La sua insofferenza è palpabile, tanto da essere redarguita persino dal consorte che la invita a mostrare due Diana, così da non scontentare nessuno dei presenti e la stampa che la immortala rendendola icona e simbolo di quella famiglia che la sta facendo ammalare.

Le sofferenze di Diana vengono messe in scena, quasi tutte, dalla bulimia ai continui momenti di tristezza consolati dai figli, sempre pronti a strapparle un sorriso riconoscendo la sofferenza della madre.

Pablo Larraín regala a Diana la libertà riabilitandole il cognome della sua famiglia d’origine, Spencer, e facendola fuggire sulle note di All I Need Is a Miracle di Mike & the Mechanics, come se finalmente stesse fuggendo dagli orrori che l’hanno resa inumana.

Spencer, diretto da Pablo Larraín, con protagonista Kristen Stewart é attualmente disponibile -anche in lingua originale – nelle sale cinematografiche italiane distribuito da 01 Distribution.


Spencer
spencer film recensione

Regista: Pablo Larrain

Data di creazione: 2022-03-27 20:36

Valutazione dell'editor
4

Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

ALTRE DAL NOSTRO AUTORE

I CANALI SOCIAL

DISCLAIMER

Universal Movies NON è una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

Leggete qui il nostro Disclaimer per maggiori informazioni.