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Recensione Star Trek: Discovery 2 – Episodio 10: stanno delirando

L’Angelo Rosso è il titolo del decimo episodio della seconda stagione di Star Trek: Discovery, disponibile da ieri su Netflix. Ecco il pensiero di un trekker appassionato. PUO’ CONTENERE SPOILER.

Ho voluto far trascorre un po’ di tempo tra la fine dell’episodio e il momento in cui mi sono messo a scrivere il pezzo. Mi è servito per raffreddare i bollenti spiriti, per calmare il nervoso causato da un episodio delirante, tra i peggiori in assoluto di entrambe le stagioni di Star Trek: Discovery.

L’Angelo Rosso è l’episodio che, a sole quattro puntate dalla fine della stagione, svela definitivamente la povertà della trama di Star Trek: Discovery. Lo fa attraverso dei dialoghi assurdi, insulsi, che occupano la maggior parte del tempo, lasciando però dietro di loro un vuoto pneumatico.

Michael Burnham (in realtà sua madre), è l’Angelo Rosso che viaggia nel tempo per impedire all’intelligenza artificiale creata dalla Sezione 31 (e chiaramente scopiazzata da Person of Interest) di annientare l’intero universo. FINE. Tutto si è ridotto agli umani, con una spruzzata di Klingon quando serve, che cercano di evitare di annientarsi da soli. Se voi vedete Star Trek in questo, fatemi sapere.

A peggiorare ulteriormente un episodio penoso, ci sono delle scene e dei dialoghi veramente imbarazzanti. La puntata inizia con un lamentoso funerale, con tanto di predica da parte di tutti i membri dell’equipaggio, per la morte di Airiam. Sembra il funerale di Dax in Star Trek: Deep Space 9, peccato però che lei era un pilastro della serie, mentre Airiam si è vista in tutto per 20 minuti nell’arco di due stagioni

Sulla noia mortale e sull’inutilità delle cantilene amorose tra Michael Burnham e Ash Tyler, a cui si aggiungono le non meno pedanti vicende di cuore del PRESUNTO Dottor Culber (non hai mai fatto il dottore, neanche per cinque minuti) e del tenente Paul Stamets, non so più cosa dire. Ho perso metaforicamente la voce a forza di sostenere quanto noiose e lontane da quello che era il vero modo di raccontare i sentimenti in Star Trek, queste scene siano.

A completare il quadro della catastrofe abbiamo un capitano Christopher Pike oramai in pre-pensionamento, che dice sempre meno e conta sempre meno. D’altronde è di questi giorni la notizia che Anson Mount non verrà rinnovato per la prossima stagione. Star Trek: Discovery funziona così: i migliori vengono fatti fuori, i peggiori non muoiono mai o vengono resuscitati.

Confermatissima invece Mary Wiseman, attrice che interpreta il guadiamarina Sylvia Tilly, personaggio promettente ma che oramai, con quelle risate isteriche alla Catarella in “Montalbano“, sta diventando sempre di più una ridicola macchietta con l’onere di dover compensare la totale mancanza di ironia di Star Trek: Discovery.


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