Recensione di The Midnight Sky, film Netflix diretto da George Clooney
Abbiamo visto The Midnight Sky, il dramma sci fi disponibile dal 23 dicembre 2020 su Netflix. Questa è la recensione.
The Midnight Sky, liberamente tratto dal romanzo La distanza tra le stelle di Lily Brooks, è stato diretto da George Clooney, su una sceneggiatura di Mark L. Smith. Nel cast troviamo lo stesso George Cloney nei panni dell’anziano astronomo Augustine, inoltre Caoilinn Springall, David Oyelowo, Kyle Chandler, Demián Bichir e Tiffany Boone. Ethan Pech, famoso per aver interpretato il Sig. Spock nella seconda stagione di Star Trek: Discovery, è stato scelto per vestire i panni del giovane Augustine nei diversi flashback.
Questa la trama di The Midnight Sky. Anno 2049. l’anziano e malato Augustine, a seguito di una catastrofe globale che ha reso inabitabile il nostro pianeta, decide di vivere in solitudine quel poco che gli è rimasto, ma scopre di non essere solo nell’avamposto in cui si è ritirato. Presto trova una bambina di nome Iris nascostasi durante l’evacuazione. Augustine è consapevole che la vita della bambina può dipendere solo da lui. Durante questa permanenza Augustine, al fine di impedire che possa rientrare da un lungo viaggio in una Terra morente, cerca di contattare l’Aether in rientro da una missione esplorativa su un satellite di Giove, dal clima e dall’atmosfera simili a quelli terrestri.
Cominciamo con il dire che il film è essenzialmente un dramma umano, dove la fantascienza è uno dei tanti componenti, e forse neanche ben usata. È infatti improbabile che un satellite di Giove possa essere rimasto nascosto per così tanto tempo quando, già nel 1610, Galileo Galilei con un piccolo cannocchiale scoprì i 4 satelliti maggiori di questo pianeta “Gigante”.
Ma The Midnight Sky riesce comunque a coinvolgere emotivamente, Il Clooney attore e regista è capace di prendere per mano lo spettatore e condurlo sommessamente e intimamente attraverso questo mondo di solitudine e silenzio, in un tortuoso e doloroso percorso fatto di traumi, errori e profondi desideri.
La sceneggiatura, in parte lacunosa, riesce a garantire comunque dinamismo. Discreto l’uso dei diversi flashback, anche se non sempre chiari, tanto da apparire alcune volte sconnessi e non facilmente fruibili. Il film viene impreziosito da un attento Martin Ruhe, quale direttore della fotografia. Perfettamente incardinata risulta essere la colonna sonora del premio Oscar Alexandre Desplat.
L’interpretazione di Clooney, nei panni dell’anziano astronomo, è notevolmente profonda e toccante. Dietro una barba lunga e ingrigita dal tempo l’attore è quasi irriconoscibile come Augustine, un uomo che mira a correggere tutti i torti della sua vita con un ultimo atto eroico.
Da sottolineare inoltre la presenza di alcune scene d’azione semplicemente abbaglianti, con particolar attenzione al sequenza relativa alla passeggiata nello spazio. Un’immagine che ispira timore reverenziale, purtroppo culminante in una tragedia scioccante. Qui George Clooney ha fatto sua l’esperienza vissuta da attore nel film Gravity di Alfonso Cuarón, trasportandola questa volta dietro la macchina da presa.
VERDETTO FINALE: The Midnight Sky, se pur non privo di difetti e esagerazioni, è un film solido da un finale sorprendente e immensamente triste, anche se pieno di speranza.
The Midnight Sky
Regista: George Clooney
Data di creazione: 2020-12-24 11:32
3.5
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