[Recensione] Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh
Dopo aver dominato i Golden Globes aggiudicandosi 4 statuette, arriva nelle sale italiane Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, ecco a voi la nostra recensione.
Tre manifesti con scritte nere su sfondo rosso (stuprata mentre moriva – ancora nessun arresto – come mai, sceriffo Willoughby?) sconvolgono l’apparente quiete di una cittadina del Missouri, Ebbing. A chi sono rivolte queste frasi e chi ha pagato l’affissione di questi tre manifesti a Edding collocati in una periferica strada della città? L’artefice di tutto é Mildred Hayes (Frances McDormand), una madre furiosa che da 7 mesi non riesce a dare un volto al colpevole dell’omicidio della figlia Angela e che accusa la polizia locale di esser troppo distratta per darle risposte.
Quest’affissione é un gesto estremo, un tentativo di richiamare l’attenzione di una polizia locale impegnata a malmenare gente di colore ed omosessuali che non gli vanno a genio. La cittadinanza criminalizza Mildred che ha sete di giustizia, quella stessa giustizia che lo sceriffo Willoughby (Woody Harrelson) le ha privato per mesi di silenzio. E sarà proprio lui a far eco alla sua richiesta d’aiuto, trovandole un alleato inaspettato nel poliziotto Dixon (Sam Rockwell).
Martin McDonagh ci ha abituato a storie caratterizzate da un umorismo nero, a tratti pungente, una caratteristica presente, con battute significative, anche in Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Inizialmente si potrebbe pensare di trovarsi di fronte al più classico dei gialli da risolvere, ma la storia si evolve e porta lo spettatore a conoscere i personaggi, spingendo su tematiche come il razzismo, e la denuncia sociale. Il regista non vuole essere inquisitorio, questo è certo, il suo film, difatti, non si focalizza unicamente sulla denuncia di una madre arrabbiata, ma tende a sottolineare i problemi che circondano l’apparente quiete cittadina del Missouri.
Fresca di vittoria del Golden Globes, Frances McDormand si dimostra una roccia sullo schermo, spaccandolo a suon di parolacce e di fermezza d’animo, mostrando rabbia e mai rassegnazione, lottando con il cuore per ottenere la verità sulla morte della figlia. Woody Harrelson e Sam Rockwell attutiscono i colpi e gli insulti della donna senza alcun netto cedimento anche se in alcune scene la McDormand sembra sovrastarli. Si fanno protagonisti di dialoghi spiritosi, e necessari per comprendere le sfaccettature dei loro ruoli seppur minori, ma fondamentali per scoprire l’umanità di Mildred.
“Tre manifesti a Ebbing, Missouri“ di Martin McDonagh é da non perdere al cinema, dall’11 gennaio, distribuito da 20th Century Fox.
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