Hostiles

[Roma FF12] La Recensione di Hostiles il film di Scott Cooper

Solitamente i film d’apertura dei festival cinematografici lasciano il segno, basti ricordare il percorso di Moonlight che, dalla Festa del Cinema di Roma del 2016, ha raggiunto il successo internazionale, ottenendo il Premio Oscar come miglior film. Un percorso simile auguriamo anche a Hostiles di Scott Cooper con un penetrante Christian Bale. Questa è la nostra recensione.

Gli scontri tra statunitensi e indiani hanno sempre affascinato Hollywood, da sempre i popoli nativi sono mostrati come dei pellerossa pericolosi protagonisti di accesi scontri con le armate di uomini bianchi, beh scordatevi tutto ciò, in Hostiles questa spaccatura sembra sgretolarsi.

Scott Cooper ci introduce alla pellicola con una frase di D.H.Lawarence (“Nella sua essenza, l’anima americana é dura, solitaria, stoica e assassina. Finora non si é mai ammorbita”) la quale ci trasporta immediatamente nel cruento clima che stiamo per assistere.

Christian Bale interpreta il Capitano Joseph J.Blocker, un soldato che ha sempre eseguito gli ordini impostigli senza batter ciglio e, pur non essendo entusiasta della missione affidatagli dal Presidente degli Stati Uniti, deve obbedire e accompagnare il Capo indiano Falco Giallo (Wes Studi) nella sua terra d’origine (il Montana). Inizia così un viaggio per le terre aride americane, dal New Mexico, attraversando territori dove nativi e americani sono ancora in acceso conflitto, rischiando talvolta la vita per portar in salvo un assassino malato di cancro.

Lungo la loro strada incontrano una donna dilaniata dal dolore, Rosalee Quaid (Rosamund Pike), straziata per la perdita del marito e dei suoi figli per mano di un gruppo di pelle rossa chiamato “serpente a sonagli”, indiani cruenti e non affini ad un ipotetico dialogo. Lacerata dal dolore e dalla voglia di vivere, la donna nasconde una grande forza d’animo, sarà compito loro aiutarla a convivere col dolore.

Due culture diverse (e odiate) costrette ad intraprendere un viaggio, un percorso dell’anima dove coesistono emozioni contrastanti, e dove ognuno trascina con sé il doloroso bagaglio personale della perdita di una persona cara. Un continuo adattamento nella non facile accettazione dell’altro.

L’odio nei confronti del nemico padroneggia la pellicola, come un buon film di genere insegna, l’odio viene nutrito nei soldati per necessità, si ha bisogno di un avversario per sopravvivere. Cooper, inoltre, si sofferma sul possibile dialogo che può instaurarsi tra figure opposte. L’osservazione  e l’ascolto sono la chiave di una quieta convivenza, e sono pienamente rappresentate dalla figura di Rosalee. Un personaggio che comprende, vede, il suo scopo nella vita è diventare una controparte per il personaggio di Bale, mostrandoci che dentro di lui c’è ancora un lato buono.

Hostiles è un film che parla dell’America di oggi, pur essendo ambientato negli ultimi anni dell’Ottocento. Cooper dimostra come una storia rilevante del passato sia possibile collegarla a quella che gli Stati Uniti stanno vivendo oggi con Trump, una spaccatura netta ed evidente.

Hostiles” è un western solo per epoca storica e luoghi, supera i confini cinematografici cercando la comprensione e il sanamento dell’anima.


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