Ci sono giornalisti anziani e giornalisti coraggiosi, sicuramente Marie Colvin é stata una giornalista coraggiosa e ce lo ricorda il regista Matthew Heineman con il film “A Private War“.
Marie Colvin (Rosamund Pike) é una giornalista degli esteri per il settimanale britannico The Sunday Times, é un’animale da notizia, sempre in prima linea negli angoli più pericolosi del mondo per raccontare i conflitti dal punto di vista dei più deboli. Nel 2001 é l’unica giornalista a superare i confini dello Sri Lanka e a recarsi a Vanni per documentare la crisi umanitaria che stanno vivendo donne e bambini vittime degli scontri tra le truppe cingalesi e le Tigri Tamil, durante un attacco viene colpita dalle schegge di un razzo e perde la vista dell’occhio sinistro.
Nonostante la ferita, dopo un’accesa discussione con il suo caporedattore Sean Ryan (Tom Hallander) la Corvin rende chiara la sua decisione di voler tornare su altri campi di battaglia. La ritroviamo in Iraq sulla strada per Falluja, alla ricerca di una fossa comune di vittime kuwaitiani uccise dal regime di Saddam, in questo viaggio l’accompagna il fotografo freelance Paul Conroy (Jamie Dornan) che diventa il suo occhio mentre lei raccoglie testimonianze.
Pur autoconvincendosi di star bene, Marie non riesce a far a mano di non pensare alle macabre immagini che ha visto nel corso dei suoi reportage. Tormentata da incubi, allucinazioni, é costretta ad ammettere di soffrire di stress post traumatico. Il richiamo della guerra é estremamente forte, il suo obiettivo é continuare a raccontare storie, a descrivere la verità di quei territori bombardati: si reca in Afghanistan, in Libia dove assiste all’uccisione di colleghi giornalisti tra cui il suo amico fotoreporter Norm Coburn.
Mentre la Primavera araba é in piena attività, Marie inizia ad avere dei primi ripensamenti sul suo lavoro di repoter di guerra, complice anche l’incontro con l’imprenditore Tony Shaw (Stanley Tucci) che le farebbe pensare di dare un arresto alla sua carriera. In realtà questo ripensamento dura ben pochi attimi perchè Marie nel 2012 vola in Siria, a Homs, dove racconta le brutalità commesse dal governo siriano e la sofferenze della popolazione, assiste alla morte di migliaia di bambini. Quello di Homs é il suo ultimo reportage, perderà la vita insieme al fotografo francese Rémi Ochlik durante una rappresaglia.
Il regista Matthew Heineman ripercorre gli ultimi decenni di vita della impavida repoter di guerra Marie Colvin, mostrandoci una donna che ha rinunciato ad una vita “normale” per amore del suo lavoro. Non punta al sentimentalismo o al documentarismo, punta a raccontare la vita di una donna forte e insaziabile della verità, in grado di dar voce a chi ne rimaneva senza per la paura di morire.
Nei panni di Marie Colvin troviamo un’eccelsa Rosamund Pike che rende omaggio ad una straordinaria “rompicoglioni” come l’additava il suo caporedattore. Struccata, sporca di terreno, capelli increspati, un viso segnato dai segni delle atrocità a cui ha assistito e la perseguitano, la Pike riesce a mostrarci le contraddizioni e gli incubi quotidiani di una donna che ha sempre sentito la necessità di essere in prima linea e di rischiare la vita.
I titoli di coda ci riportano alla realtà, mostrandoci alcuni articoli pubblicati dalla vera Marie Colvin dalle zone di guerra, e non ci sorprende scorgere il nome di Charlize Theron tra i produttori ed ascoltare “Requiem for a private war” interpretata da Annie Lennox, amica della scomparsa giornalista.
“A Private War“ di Matthew Heineman uscirà nelle sale italiane il prossimo 22 novembre, distribuito da Notorious Pictures.
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