Star trek: discovery 4 Rubicon Recensione

Star Trek: Discovery 4 – Recensione del nono episodio “Rubicon”

Abbiamo visto il nono episodio della quarta stagione di Star Trek: Discovery intitolato “Rubicon”, trasmesso sulla piattaforma streaming Pluto TV alle ore 21,00 di venerdi 18 febbraio, in replica sempre alla stessa ora nei due giorni successivi. Questa la recensione.

la USS Discovery è sulle tracce di Book e Tarka, i quali hanno completato l’arma per distruggere definitivamente l’Anomalia della Materia Oscura. Il capitano Burnham, pertanto, si propone di fermare i due fuggitivi, anche quando questo significhi entrare all’interno della DMA.

REGIA E SCENEGGIATURA

Rubicon, diretto da Christopher J. Byrne & Jen McGowan su una sceneggiatura scritta da Sean Cochran, trae il suo titolo dal famoso momento storico in cui Cesare, nel 49 avanti Cristo, acciggendosi ad attraversare il Rubicone esclamò: “Andiamo, dunque, per la strada indicata dai prodigi degli dei. Il dado è tratto!”. Inoltre, lo sviluppo della sottotrama principale, in cui vediamo il Capitano Burnham e il suo amato fuggitivo giocare al gatto contro il topo, richiama alla mente la battaglia tra Khan e Kirk tra le nebbie della Nebulosa Mutara (ndr Star Trek: L’Ira di Khan), anche se qui c’è una differenza sostanziale: né MichaelBook potranno volersi uccidere a vicenda. È per tale motivo che in Rubicon vediamo il ritorno sulla USS Discovery del Comandante Nhan, posto dall’Ammiraglio Vance al fine di intervenire, anche nella necessità di uccidere i fuggitivi, nel caso di tentennamenti del Capitano Burham.

Ricordiamo che il Comandante Nhan, interpretata dall’affascinante Rachael Ancheril, è apparsa per la prima volta nella seconda stagione di Star trek: Discovery, quale facente parte dell’equipaggio della USS Enterprise capitanata da Chritopher Pike. Nhan, originaria del Pianeta Barzan II, decise poi di fare il grande balzo nel futuro insieme all’Angelo Rosso, giungendo insieme agli altri, nell’anno 3189. Salutammo infine il Comandante nell’episodio della terza stagione intitolato Provaci fino alla morte (Die Trying).

ASPETTO TECNICO

Gli effetti visivi della serie sono oramai a livelli cinematografici, pertanto le immagini sullo schermo e le riprese in cui vediamo le due navi confrontarsi hanno una resa notevole.

CAST E PERSONAGGI

L’idea di inviare il Comandante Nhan a bordo della Discovery al fine di verificare le capacità del Capitano Burnham, oltretutto di grado inferiore, non ci è apparsa buona, ci è sembrato solo un modo di riproporre un personaggio di sicuro interesante, ma che andava approfondito in maniera diversa. La sua figura di “Aquila”, in contrapposizione alla “Colomba” Burham, non è apparsa tale. In realtà ci è sembrato di vedere una “Quaglia” tra i due piccioncini in continuo tubare tra loro. Inoltre la sua completa inefficienza non è stata in alcun modo considerata da chi le ha assegnato il delicato compito.

Tutte le sottotrame dell’intero corpus narrativo sono caratterizzate dalla gestione del rischio e dalla ricerca di un compromesso, anche quindi le pulsioni adolescenziali del Sig. Saru nei confronti della vulcaniana T’Rina, e l’intervento del Dott. Culber teso a sedare gli animi di due ufficiali, momento quest’ultimo più simile ad uno spot per pubblicizzare un dentifricio, grazie allo splendido sorriso del suo interprete Wilson Cruzz.

CONCLUSIONE

Il nono espisodio di questa quarta stagione è per noi stato estremamente deludente. Non è possibile che, di fronte ad una situazione in cui è in ballo l’esistenza di una intera galassia, gli autori continuino a “disegnare” Star Trek: Discovery come una sorta di “soap opera” ambientata nel futuro. Certamente, spazio all’amore, ma c’è bisogno anche di molto altro. Altro purtroppo che sembra essere stato messo un po’ in ombra in favore dell’esplorazione dei vari rapporti di coppia, a cui presto si aggiungerà, probabilmente, quello tra Saru e T’Rina.



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