[Sci-Fi World] La nostra recensione di Shin Godzilla
Abbiamo visto Shin Godzilla, il monster movie prodotto da Toho dedicato al mitico Kaiju Godzilla e questa è la nostra recensione.
In un era in cui il cinema internazionale palesa un’enorme mancanza di idee nuove, o piuttosto una sfiducia nel successo commerciale delle stesse, è immancabile la proliferazione di rifacimenti, remake e sequel. La maggior parte di questi prodotti, ma a onor del vero non tutti, hanno poco o nulla di rilevante da aggiungere alla storia del cinema e risultano quindi mere operazioni commerciali che riescono a far breccia negli spettatori grazie soprattutto all’effetto nostalgia e al ricambio generazionale.
La domanda, dunque, sorge spontanea: è possibile realizzare un reboot, in un certo senso, originale? O, quantomeno, che abbia qualcosa di nuovo da aggiungere a ciò che è stato già detto in precedenza attraverso una data stora? La risposta, ancora una volta, arriva del prolifico e variegato mercato cinematografico orientale.
Shin Godzilla è la trentunesima pellicola dedicata al più famoso kaijū (mostro misterioso) giapponese. Possibile, dunque, dopo tutte queste versioni, che il “Re dei mostri” possa essere ancora il protagonista di un film originale e innovativo?
Si, se il protagonista non è lui! Ebbene, la vera protagonista della pellicola diretta da Hideaki Anno e Shinji Higuchi è la classe politica giapponese. Assistiamo così ad una serie di riunioni formali e di cambiamenti di sala da parte di una miriade di politici che, messi con le spalle al muro da un mostruoso e gigantesco essere sbucato dalle acque, devono fronteggiare non solo il suddetto “lucertolone”, ma anche i vincoli legali relativi alle proprie scelte, l’opinione pubblica, il tentativo da parte degli Stati Uniti di sottrarre al Giappone il comando delle operazioni. Insomma gli “ordinari” problemi politici che emergerebbero in una situazione di difficoltà. Il tutto, rappresentato in maniera non priva di ironia.
Difficile, per coloro che non conoscono affondo la realtà sociopolitica giapponese, dare un’opinione relativa alla profondità di tale analisi ma quello che possiamo dire è che la pellicola riesce a colpire e anche a far riflettere lo spettatore su determinati aspetti della società. Questa scelta relativa alla prospettiva ottica e alla chiave di lettura della “favola di Godzilla” è stata premiata sia dal pubblico della critica. In patria il film ha incassato oltre 75 milioni di dollari laureandosi come secondo migliore incasso del 2016, dopo il film d’animazione “Your Name”, e ha vinto diversi “Awards of Japanese Academy”, ossia gli Oscar nipponici.
Ovviamente non manca l’azione e la consueta dose di distruzione tipica dei film di questo genere. Positive anche le interpretazioni. Da vedere.
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