[Seeyousound 2017] La recensione di Everything is broken up and dances
Nella recente edizione del Seeyousound Festival, abbiamo potuto vedere il nuovo film di Nony Geffen, regista di Tel Aviv, in un’anteprima europea, nell’ambito della sezione competitiva Long Play.
Noni, riservista dell’esercito israeliano con disturbo da stress post-traumatico dovuto ad un attentato a Gaza, riprende pian piano la memoria, credendo di essere una rock star. Aiutato e assecondato dai suoi amici più stretti, Noni crea la sua band e comincia ad esibirsi nei locali di Tel Aviv.
Quasi completamente girato in interni e con una fotografia sporca e sgranata, l’opera di Geffen colpisce soprattutto per l’idea di base, originale e avvincente. Il personaggio di Noni, che si crede e si atteggia a rockstar, è un misto di simpatia e tenerezza, ma anche rabbia e violenza interiore.
Il protagonista, interpretato con discontinuità dal regista stesso, è intrigante ma superato in bravuto dall’amico del cuore Rotem, a cui presta il volto il bravissimo Dudu Tassa. Pochi e di poco pregio i personaggi di supporto.
Il film diverte e sorprende, la regia di Geffen è susseguente al film e non lo spinge mai a livelli sperimentali o coraggiosi, non sono poche le banalità e le ingenuità. Per esempio, la guerra a Gaza è un puro pretesto narrativo, ma non incide mai sull’economia della trama.
Il punto di forza è sicuramente l’idea di partenza e, in mano più esperte, avrebbe fatto faville perchè si presta ad essere sviluppata con più sapore e con più esperienza. Se lo script finisse nelle mani di qualche sceneggiatore capace, ne verrebbe fuori un film pazzesco.
Voto: 7
Ecco il trailer del film:
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