walking in the opposite recensione

[Seeyousound 2017] La recensione di Walking in the opposite direction

Durante l’ultima edizione del Seeyousound Festival, abbiamo potuto vedere, in anteprima internazionale, il nuovo film di Marc Waltman, inserito nel concorso lungometraggi Long Play.

I can’t escape myself, una delle canzoni più pulsanti della new wave britannica, è stata scritta da Adrian Borland con la sua band, The Sound, ma cosa ne è stato di lui? Il documentario racconta ascesa e caduta della band e del prolifico cantante, da quando cominciò la sua carriera musicale con The Outsiders, e illustra, attraverso raro materiale d’archivio, la sua lotta interiore tra le depressione, l’amore per la vita e l’incredibile talento creativo.

Il regista, Marc Waltman, arriva da diverse produzioni tra film, fumetti e musica e ha diretto diversi commercials. Il film è stato presentato all’IDFA di Amsterdam.

Adrian Borland è stato un personaggio carismatico e intenso, con i suoi The Sound è stato anche un perno nella new wave inglese e molte persone, a distanza di anni, ricordano ancora le loro canzoni. Come molte star della musica internazionale, Adrian ha percorso una parabola personale di crescita e di caduta, molto simile a quella di altri musicisti, qui complicata da una grossa patologia psichiatrica alle spalle.

Il film racconta tutto questo e poco altro, a livello artistico non aggiunge e non toglie nulla a ciò che è stato fatto nella campo dei documentari musicali, quindi abbiamo materiali d’archivio, interviste, scene prese dai live, senza nessun elemento che possa dare all’opera un tocco di originalità, come poco originale è stato il percorso di Adrian Borland. Consigliato solo agli appassionati stretti.

Voto: 5

Ecco il trailer del film:

 


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