Sognando il ring, recensione del film distribuito da Netflix
Vi proponiamo la recensione a Sognando il Ring, teen movie prodotto dalla WWE Studios, e distribuita in Italia attraverso Netflix.
La regia è stata affidata ad un veterano di serie tv e film tv come Jay Karas, mentre il giovane cast conta i nomi di Seth Carr, Aryan Simhadri, Momona Tamada e Glen Gordon. Figurano nel cast anche Tichina Arnold, Adam Pally, Ken Marino, ed alcune stelle dalla WWE.
La produzione è firmata dalla neonata WWE Studios, e racconta le avventure di un teenager che, con l’aiuto di una maschera magica, corona il suo sogno di battersi su un ring di wrestling, sfoggiando colpi da grande star.
COMMENTO. Nato dalla voglia di muovere passi importanti ad Hollywood da parte della WWE Studios, questo film getta un piccolo sguardo nell’universo wrestling, miscelando una narrativa assolutamente scolastica ad un uso quasi banale degli effetti visivi. Il risultato è un prodotto destinato ad un pubblico under-10, lontando anni luce, qualitativamente, dai più classici tv-movie Disney, da cui sembra prendere spunto.
Il lavoro svolto da Karas difficilmente sarà ricordato dai posteri, e questo non solo per la sua matrice narrativa assolutamente priva di mordente. Sognando il Ring poggia, difatti, su una sceneggiatura compassata, ed una regia approssimativa, due valori che non possono essere sottovalutati… neppure se il target di pubblico a cui è destinata la pellicola non supera i 10 anni. Il messaggio intriso nella sua storia è certo interessante, ma è il modo con cui viene palesato (con un bambino che lotta su un ring) che non può assolutamente convincere. Finzione si… ma a che prezzo.
Il giovanissimo cast dà voce ad un modo di fare cinema scanzonato, e privo di ambizione. Il protagonista Seth Carr presenta discrete doti recitative, ma è ovviamente atteso al varco per future interpretazioni… si spera più autorevoli. Il cast adulto – quello di supporto s’intende – supera a stento la sufficienza, e pone ulteriori limiti ad una pellicola che non lascia il segno, neppure dal punto di vista della recitazione.
Il nostro consiglio su Sognando il Ring? Vederlo “solo” se accompagnati da under-10.
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