Spaceman: recensione del film con Adam Sandler su Netflix
Dal 1 marzo è disponibile su Netflix, Spaceman, film sci-fi con protagonista Adam Sandler e diretto dal regista Johan Renck che, dopo il successo della serie tv Chernobyl, dirige un lungometraggio basato sul romanzo “Spaceman of Bohemia” firmato da Jaroslav Kalfař. Vi presentiamo la nostra recensione di Spaceman.
Sei mesi dopo una missione di ricerca solitaria ai confini del sistema solare, un astronauta, Jakub (Adam Sandler), si rende conto che il matrimonio che si è lasciato alle spalle potrebbe non essere ad aspettarlo quando tornerà sulla Terra.
Nel disperato tentativo di sistemare le cose con sua moglie Lenka (Carey Mulligan), viene aiutato da una misteriosa creatura dell’inizio dei tempi che trova nascosta nelle viscere della sua nave. Hanuš (doppiato da Paul Dano) lavora con Jakub per dare un senso a ciò che è andato storto prima che sia troppo tardi.
É la prima volta che Adam Sandler si destreggia in un film sci-fi, ma da anni ci stiamo abituando nel vederlo in ruoli non unicamente comici, come le ultime produzioni Netflix a cui ha partecipato come protagonista Murder Mystery 2 e Non sei invitata al mio Bat Mitzvah.
In maniera molto coraggiosa e ambiziosa Johan Renck racconta la storia di Jakub orfano ceco, che fin dall’adolescenza sogna di andare sullo spazio. Viene scelto dal suo paese per intraprendere un missione stellare nei pressi di Venere, che lo porterà ad analizzare Chopra nebulosa che dipinge di magenta il cielo stellato.
Realizza il suo grande sogno, ma nello stesso tempo la storia d’amore con la moglie Lenka dalla quale aspetta una figlia va in frantumi, e con lei anche il suo stato fisico e mentale.
Durante la missione Jakub viene colpito da una grande solitudine condito da angosce e sensi di colpa che lo portano a rifugiarsi all’interno della compagnia di un alieno “reale”, che gli fa da strizza cervelli, cercando di rendere lucidi alcuni aspetti che l’astrofisico cercava di nascondere
La fotografia fredda di Jakob Ihre, la stessa utilizzata in Chernobyl, evidenzia lo stato d’animo triste di una persona ambiziosa ed egoista disposta a perdere anche l’amore della sua vita pur di raggiungere il successo. Le riprese lente e dettagliate sottolineano in maniera graduale il dolore della solitudine che penetra il protagonista sia mentalmente che fisicamente; una solitudine che porta la sua coscienza a materializzarsi all’interno di un alieno amico-psicologo dall’aspetto orrendo, che accompagna Jakub nella sua missione.
Un malessere che viene evidenziato anche dalla colonna sonora del tedesco Max Richter che sottolinea e cattura le disparità emotive tra storia d’amore e solitudine che si concretizza su un personaggio egoista, disperso nello spazio, ma consapevole che la propria vita stesse prendendo dinamiche diverse da quella che aveva immaginato.
Spaceman evidenzia in maniera dettagliata come l’essere umano e le sue profonde ambizioni lo portano a sminuire i rapporti sociali, l’amore e la famiglia, i quali vengono messi in secondo piano pur di raggiungere i successi lavorativi che ci rendono forti di fronte a tutto il mondo.
Spaceman
Regista: Johan Renck
Data di creazione: 2024-03-04 19:23
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