La seconda stagione di Star Trek Discovery ci ha lasciato con l’Angelo Rosso in volo insieme alla USS Discovery verso un incerto futuro. Un futuro raggiunto nel primo episodio di questa nuova stagione in cui vediamo Michael Burnham precipitare nell’anno 3188, raggiunta dal resto dei suoi compagni di viaggio nel 3189.
Prima di partire con le nostre considerazioni, sottolineiamo volentieri la presenza nei nuovi episodi di Star Trek Discovery, oltre che dei Vulcaniani e Romulani, anche degli storici Andoriani e Orioniani, fortunatamente dall’aspetto ancora molto simile a quello originario, e non esageratamente rivisitato come è successo con gli odiati Klingon.
Infatti nonostante siano passati quasi 1.000 anni dal 2258, anno in cui si è conclusa una seconda stagione caratterizzata dalla presenza dell’iconico capitano Christopher Pike, questa nuova stagione di Star Trek Discovery è molto legata e attenta al canone e, soprattutto, a eventi e personaggi di un passato anche meno recente.
È nell’episodio Unificazione III (Ep. N° 7) che si riparla delle suore dell’ordine Qowat Milat, apparse per la prima volta nello spin-off dedicato a Picard. Ma i legami con un passato, questa volta risalente al 24esimo secolo, sono dati anche dalla presenza olografica di Spock (immagine dal diario di Picard).
In particolare qui assistiamo a come si è concluso il processo di unificazione tra Vulcaniani e Romulani, ora pacificamente riuniti sull’ex Vulcano, ribattezzato per l’occasione Ni’Var. Il processo di riunificazione fu voluto fortemente e appoggiato, non senza dolori, da Spock nella quinta stagione di The Next Generation – Episodi Il segreto di Spock parte 1 e 2.
A tal proposito è opportuno ricordare che il pianeta Romulus viene “incenerito” nel 2387 dal suo sole che, trasformatosi in una gigante rossa, lo inghiotte inesorabilmente, nonostante il fallito tentativo di Spock di evitare questo catastrofico evento (Star Trek: Il futuro ha inizio).
Voi pensate che i legami con il passato o i riferimenti ad altri universi siano finiti? Ebbene no… perché è sempre in questo episodio, per noi “chiave”, che per la prima volta viene fatto un riferimento preciso, anche se indiretto, al KelvinVerse, e lo si fa attraverso un lodevole Easter Egg, una escamotage già usata per onorare la memoria di Airon Eisemberg, dedicando a questo attore scomparso una nave spaziale con il nome del personaggio dallo stesso interpretato in Deep Space 9: la USS Nog NCC-325070 appartenente alla classe Eisemberg.
In Unificazione III la nave che porta il nome di un attore scomparso è la USS Yelchin, in memoria di Anton Yelchin, ovvero il guardiamarina Pavel Chekov negli ultimi tre film legati alla cronologia Kelvin.
Ma il riferimento all’universo Kelvin diventa esplicito in Terra Ferma Part. 1 (Episodio n° 9) grazie a Kovich, il misterioso personaggio interpretato da David Cronemberg.
Kovich, per spiegare lo strano fenomeno che ha colpito l’ex imperatrice Georgiou, mostra al dott. Culber l’immagine olografica di Yor, un crononauta del passato che ha viaggiato sino all’anno 2379 di un universo alternativo creato nel 2233 dall’incursione di una nave mineraria romulana, che noi sappiamo essere la Narada capitanata dal cattivo Nero (Star Trek: Il fututo ha inizio).
Questa importante rivelazione, secondo noi, non serve solo per risolvere il problema legato alla “disgregazione” di Philippa Georgiou, ma è strumentale per “sdoganare” definitivamente una “timeline alternativa” relegata sino a ora al solo franchise cinematografico, aprendo così a possibili crossover futuri tra le due dimensioni, come del resto Star Trek ci ha abituato con il MirrorVerse.
A proposito del MirrorVerse, cosa sta succedendo all’ex Imperatrice Philippa Georgiou Augustus Iaponius Centarius?
Sempre nell’episodio Terra Ferma Part. 1 scopriamo che il “fenomeno disgregativo” che ha colpito Georgiou, causa di morte sicura, può essere risolto trasportando la stessa sul pianeta Dannus V. Ad accompagnarla in questo viaggio della speranza sarà l’immancabile Burnham.
Su questa terra desolata troveremo Carl, un buffo personaggio che sembra uscito da un episodio di “Ai Confini della Realtà”. Carl è il custode di un portale, probabile nuova rappresentazione del “Guardiano dell’Eternità” (TOS – Uccidere per amore), che proietterà la sola Philippa nel suo passato di imperatrice, in un periodo precedente agli accadimenti ambientati nel MirrorVerse, questo nella prima stagione di Star Trek Discovery.
L’Imperatrice (ora non più ex), forte della conoscenza del suo futuro, cambierà inequivocabilmente il suo passato, avviando un fenomeno che nella “teoria del caos” viene denominato “effetto farafalla”, creando molto probabilmente un nuovo universo alternativo all’interno dello “Specchio”. Così come l’incursione della nave romulana nel passato ha creato il KelvinVerse.
Ma dobbiamo fare un’ultima considerazione: Gli accadimenti visti nella prima stagione di Star Trek Discovery, legati a questo universo oscuro, sappiamo essere strettamente correlati con il Prime. Ciò vuol dire che se cambiano le correlazioni cambiano anche gli eventi successivi! Come risolveranno questo particolare non da poco gli autori di questa stupefacente terza stagione?
Non ci resta che aspettare Terra Ferma Part. 2, per vedere concludersi la parentesi legata alla preparazione dell’annunciato Spin Off legato al personaggio interpretato da una splendida Michelle Yeoh. Aspettiamoci un clamoroso Cliffanger.
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