Star Trek: Discovery stagione 2 – La recensione del’episodio 9
Netflix ha appena rilasciato l’episodio 9 della seconda stagione di Star Trek: Discovery, intitolato Progetto Dedalo. Ecco le impressioni di un vecchio trekker. ATTENZIONE, PUO’ CONTENERE SPOILER.
La puntata, per la terza volta dall’inizio di Discovery, è diretta dal grande Number 1, Jonathan Frakes.
Dei tre episodi diretti dall’ex Comandante Riker, Progetto Dedalo è quello che mi ha convinto di meno. La colpa non è di Jonathan Frakes, ma della storia nel suo complesso. Si infatti tratta di un’altra puntata spartiacque, che segna un ulteriore avanzamento della trama principale. Il problema è che questa trama inizia a diventare sempre più confusa, fumosa e piuttosto lontana dal canone trekkiano.
Nell’episodio di questa settimana la produzione ha deciso di sacrificare il comandante Airiam, un’umana aumentata con capacità cibernetiche, per svelare la grande cospirazione che si cela dietro questa seconda stagione di Star Trek: Discovery: il Controllo, una sorta di super computer dove la flotta stellare per decenni ha archiviato tutte le scoperte arrivate dall’esplorazione spaziale, che si è ribellato ed è diventato una sorta di Killer Robot con l’intenzione di uccidere tutti gli esseri senzienti dell’universo.
La cosa non mi convince molto per svariati motivi. Anzitutto la morte del comandante Airiam è un peccato. Era dai tempi del mitico dottor Bashir di Deep Space 9 che Star Trek non affrontava il tema degli esseri umani modificati geneticamente per essere “migliorati”, con tutto quello che ne consegue.
Il personaggio di Airiam sarebbe potuto essere un perfetto espediente per approfondire questo aspetto super trekkiano. Invece il comandante cibernetico è finito nello spazio dopo un combattimento con la protagonista Michael Burnham che, sinceramente, apparteneva molto più a Star Wars che a Star Trek. Per favore, evitiamo queste scazzottate da blockbuster.
Poi c’è la questione della confusione. Star Trek non puo’ e non deve essere Westworld. Chi vede un episodio deve, più o meno, capire che diavolo sta succedendo. Invece in queste ultime puntate di Star Trek: Discovery la trama sta diventando troppo contorta: l’angelo rosso, la Sezione 31, Spock, il Controllo, gli estremisti della logica, i deliri di Burnham e ora questo Progetto Dedalo. BASTA!. Fate un pò di chiarezza. Star Trek vive della grandezza dei contenuti e delle idee, non dei continui enigmi di una trama eccessivamente intrecciata.
L’impressione è che, ancora una volta, gli sceneggiatori si siano trovati di fronte al solito problema: “abbiamo deciso di ambientare Star Trek: Discovery prima di tutte le altre serie Star Trek – tranne Enterprise ovviamente. Ci troviamo quindi con il grosso problema di non poter inventare storie e minacce relative a nuove civiltà e nuovi mondi, perché distruggeremmo la timeline e i fan ci ucciderebbero.
Cosa hanno deciso di fare allora gli autori per ovviare a questo enorme inconveniente? Hanno optato per il riciclo dell’usato sicuro (Spock, Pyke, Sarek) e hanno cercato di creare problemi, conflitti e storie interni alla federazione e agli umani (riscoperta della Sezione 31, problema dei super computer etc). Se vi sa di velato riferimento ai Borg e al loro tentativo di assimilare tutto l’universo, non siete gli unici ad averlo notato.
Potrebbe anche funzionare e, IN PARTE, lo sta già facendo, visto che questa seconda stagione di Star Trek: Discovery è certamente superiore al vuoto pneumatico della prima. Ma la sensazione è, ancora una volta, che per vedere un VERO Star Trek, dovremo attendere il redivivo Capitano Picard e sperare in meglio.
Scopri di più da UNIVERSAL MOVIES
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.